(Scritto agli inizi del 2008)

Quando io e mio marito Sam avevamo solo un bambino, pensavo di saperne molto di puericoltura. Dovetti adattarmi e rinunciare a parte della mia indipendenza, ma non troppa. Curavo alla perfezione l’aspetto di Chris: non indossava mai vestiti sporchi, macchiati o sgualciti. Chris era molto “portatile” e ce lo portavamo in giro dovunque. Quando bisognava fare qualcosa, andavamo avanti con calma e la facevamo. Sapevo che quando avremmo avuto altri figli le cose sarebbero diventate più difficili, ma non mi preoccupavo. Me la cavavo abbastanza bene.

La seconda fu Briana. Era un angelo di bambina, si svegliava solo per farfugliare e borbottare e si riaddormentava da sola. Durante quella gravidanza avevo guadagnato meno peso che nella precedente, così ritrovai facilmente la forma. Mi dissi che, se andava così bene con due, avrei potuto gestire qualunque cosa. Andavo alla grande.

Poi arrivò Zoey. Ogni sicurezza di madre se ne andò. Non che Zoey fosse particolarmente difficile, ma adesso “un’improvvisata” richiedeva 45 minuti. Spesso capitava che i bambini piangessero in tre parti diverse della casa. Fare qualunque cosa come famiglia richiedeva la progettazione e l’esecuzione scrupolosa di una missione sulla luna. Cominciammo a sentire commenti come: “Mi fai sentire stanca solo a guardarti”. I bambini, però, non rimangono neonati per sempre (non fai in tempo a rilassarti, che cominciano a camminare!) e imparammo ad adattarci. Imparammo che non dovevamo essere perfetti. E neanche i nostri bambini.

A questo punto iniziai a capire meglio che essere una madre è molto più che partorire e occuparsi fisicamente dei bambini: significa vivere la mia vita attraverso i miei figli, non imponendo loro le mie idee e i miei sogni, ma rallegrandomi ed essendo orgogliosa dei loro successi. Dovunque andavamo, ci dicevano: «Godeteveli adesso finché sono piccoli. Crescono così in fretta!» Iniziai a comprendere quella verità.

Quattro figli. Emilia è speciale quanto suo fratello e le sue sorelle. Le “improvvisate” ora richiedono almeno un’ora. Dobbiamo ancora pianificare tutto, ma progettiamo al massimo un’attività al giorno. Abbiamo tanti vestiti “da gioco” e pochi vestiti “della festa”. Una volta, quando Zoey ha scarabocchiato con il pennarello blu la camicia di Chris pochi minuti prima di uscire, mi sono ritrovata a pensare: Be’, almeno lo ha fatto su una camicia blu. È quasi abbinato. Siamo uno spettacolo, ma uno spettacolo felice che la gente sembra divertirsi a guardare.

Continuo ad imparare molte cose sull’amore, e stanno lentamente cambiando anche le parti più cocciute del mio carattere. Ogni bambino e ogni giorno mi plasmano un po’ di più, ma non desidero che le cose siano diverse. È divertente essere una famiglia!