Ogni anno facciamo una festa di Natale a casa mia. Tutti gli ospiti portano oggetti approssimativamente dello stesso valore e facciamo un gioco per stabilire a chi andrà ogni regalo. È una tradizione annuale cui mio marito ed io dedichiamo molto impegno e pianifichiamo i nostri regali molto attentamente. Purtroppo, l’anno scorso mi è capitato un buono regalo per un posto in cui non vado mai; poi ho saputo che il regalo era già passato per altre mani e questo, onestamente, mi ha lasciato l’amaro in bocca.

Alcuni giorni dopo, siamo andati alla festa di Natale della ditta di mio marito, dove hanno fatto una riffa per alcuni regali a caso. Mio marito ha vinto un buono regalo per un negozio in cui non è mai andato e di cui non aveva mai sentito parlare — abbiamo scoperto che vende esclusivamente articoli femminili — ma lui ne è stato contento perché non si aspettava di ricevere niente.

Io mi aspettavo di ricevere qualcosa dello stesso valore del regalo che avevo portato per il nostro scambio di Natale, così sono rimasta delusa. Lui non si aspettava niente, quindi per lui il regalo era un premio e l’esperienza gli è piaciuta. Nella vita, più pensiamo di meritare qualcosa, meno grati ci sentiamo.

Ho letto una citazione che diceva che la gioia sta nell’avere un atteggiamento di aspettativa piuttosto che di attesa. L’aspettativa è l’emozione di sapere che potrebbe accadere qualcosa di buono, senza una previsione precisa di cosa sarà. San Paolo lo dimostrò quando disse: «Ho imparato a essere contento nello stato in cui mi trovo. So essere abbassato, come anche vivere nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere sazio e ad aver fame, ad abbondare e a soffrire penuria».1 La sua contentezza non era dovuta a un certo livello di successo o di conforto, ma dal sapere che la grazia di Dio era sufficiente in qualsiasi situazione.

Nella mia vita ho molte cose che non mi sono mai aspettata di avere. Quando me ne ricordo, mi sento piena di gratitudine! Prevedibilmente, quei sentimenti possono anche affievolirsi un po’ quando confronto la mia situazione con quella di altri, oppure rimango in attesa di quello che ritengo di dover avere, realizzare, ricevere o provare.

Si sono fatti molti studi sulla pratica della gratitudine e le evidenze dimostrano che le persone con una mentalità riconoscente hanno una vita migliore, hanno rapporti più positivi e duraturi e hanno una salute mentale migliore. Alle base di tutto c’è l’essere contenti di ciò che abbiamo e ricordare che niente ci è dovuto.

  1. Filippesi 4.11-12