Come la vita stessa, la Bibbia è piena di trionfi che avrebbero potuto altrettanto facilmente concludersi in disastri. Se gli eroi di quelle storie si fossero voltati e fossero scappati nella direzione opposta, chi avrebbe potuto farne loro una colpa? Mosè sfidò la potenza mondiale dei suoi giorni per portare il suo popolo nella terra promessa. Gedeone condusse una banda di trecento guerrieri contro un esercito troppo grande da contare.1 Sansone, armato soltanto di una mascella d’asino, affrontò da solo un esercito.2 Davide, ancora adolescente e armato solo di una fionda, abbatté il gigante Golia, che aveva fatto tremare dalla paura l’intero esercito israelita.3

La maggior parte di noi può essere grata di non dover affrontare interi eserciti o giganti armati, ma tutti abbiamo qualche tipo di paura, dubbi che ci piombano addosso a migliaia o incombono su di noi come Golia. È come per le scarpe: cominciamo con le taglie piccole, ma poi diventano più grandi man mano che cresciamo. E se cado dalla bicicletta? E se non piaccio alla maestra? E se non riesco a entrare nella squadra? E se cerco di baciarla? E se non mi accettano a scuola? Se perdo il lavoro? Se mi trovano un cancro? Se perdo l’amore della mia vita?

Impariamo ad affrontare i timori dell’infanzia correndo dai nostri genitori per trovare sicurezza e conforto. Ci infiliamo nel letto con loro quando c’è un temporale. Chiediamo di essere presi in braccio nel buio. Afferriamo una mano forte quando si avvicina un cane che non conosciamo. A poco a poco, con l’aiuto dei genitori, impariamo la differenza tra i pericoli veri e quelli immaginari, e come affrontare quelli veri. Dio vuole che facciamo la stessa cosa con le nostre paure da adulti. «Non sei solo» – ci assicura – «Prendi la mia mano. Lo supereremo insieme».

  1. Vedi Giudici 7
  2. Vedi Giudici 16,9-15
  3. Vedi 1 Samuele 17,2-11. 32-51