Quando avevo sei anni, per l’anno nuovo volevo che ci trasferissimo in montagna. Durante le vacanze di Natale, la mia famiglia era andata a trovare dei parenti che vivevano in montagna e avevo provato per la prima volta la magia di vedere così tanta neve.

A partire da Natale, fino a quasi tutto gennaio, pregai ferventemente che la nostra famiglia si trasferisse là. All’inizio ero fiducioso che sarebbe successo presto, ma quando passarono febbraio e marzo divenne ovvio che il trasloco non era imminente. Alla fine, superai quella fissazione infantile, ma per molto tempo mi restò in mente una domanda: perché Dio non aveva esaudito la mia preghiera?

Adesso mi rendo conto che Dio risponde sempre alle preghiere, ma non sempre subito, o come vogliamo o ci aspettiamo che faccia. A volte dice “sì”, a volte “no” e a volte “aspetta”.

Da bambini, vedevamo qualcosa che ci piaceva in un negozio, o qualcosa che i nostri compagni di scuola avevano, ed eravamo convinti che ci avrebbe reso felici e pregavamo che Dio lo procurasse anche a noi. Alcuni di noi hanno ancora questa mentalità e si comportano come se Dio fosse un Babbo Natale che spunta i vari articoli sulla lista dei nostri desideri.

In effetti, Dio non risponde ad alcune preghiere come vorremmo o come ci aspettiamo che lo faccia, perché sa che non andrebbe bene per noi o per gli altri. Altre volte forse Dio ha risposto alle nostre preghiere, ma semplicemente non c’è piaciuto il modo in cui l’ha fatto. Se abbiamo già calcolato esattamente cosa vogliamo e ci limitiamo a chiedere a Dio di darcelo, ma il nostro piano non coincide con quello che Lui sa essere la cosa migliore, allora fa bene a non esaudire la nostra richiesta.

A proposito, da quando ho fatto quella preghiera che non si è apparentemente materializzata, mi sono goduto molti inverni nevosi in molti paesi e in molte circostanze. Nel mio caso, la risposta di Dio si è rivelata essere: «Sì, quando lo dico Io».