«Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nel credere, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo» (Romani 15:13).

Leggendo i Vangeli, è chiaro che Gesù sapeva in anticipo che avrebbe sofferto e sarebbe stato ucciso; sapeva anche che sarebbe risorto dalla tomba. (Vedi Luca 18:31-33.) La fiducia di Gesù che sarebbe risorto viene chiamata in termini biblici “speranza”.

Oggi, quando usiamo la parola “speranza”, generalmente pensiamo ad essa in riferimento a qualcosa che uno vorrebbe veder succedere. Trasmette l’dea che non sappiamo cosa succederà, ma desideriamo un certo risultato. Anche le Scritture a volte usano la parola “speranza” in questo senso, ma più spesso essa trasmette un significato molto più sostanziale.

L’idea biblica della parola greca elpis, tradotta con speranza, è il “desiderio di qualcosa di buono e l’aspettativa di riceverlo”. Come spiega il Dictionary of the Later New Testament and Its Developments: «Invece di esprimere il desiderio di un particolare risultato ancora incerto, nel Nuovo Testamento la speranza è per definizione caratterizzata dalla certezza».

L’aspettativa della speranza biblica è una certezza perché è radicata nel fatto della risurrezione di Gesù. È la sua morte, seguita dalla sua risurrezione dai morti, a darci la certezza – la sicurezza – che anche noi un giorno risorgeremo a vita eterna. La nostra aspettativa di ottenere la promessa divina della salvezza, del perdono dei peccati e della vita eterna con Dio si basa sulle sue promesse.

Fede e speranza sono strettamente collegate, perché la certezza della speranza si basa sulla nostra fede in Dio. La Bibbia ci dice che «la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono» (Ebrei 11:1). La speranza, in senso biblico, si riferisce al futuro, perché è la certezza che una cosa promessa da Dio avverrà. Forse non è ancora accaduta, ma siamo certi che accadrà.

Per esempio, l’apostolo Paolo parla della grazia di Dio che ci insegna a condurre una vita pia in questa età presente, mentre stiamo «aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del grande Dio e Salvatore nostro, Gesù Cristo» (Tito 2:12-13). La speranza di cui si parla qui è la sicurezza di vedere qualcosa che ci aspettiamo, sapendo che Gesù apparirà in gloria. Poiché abbiamo la certezza della speranza, abbiamo fiducia in Dio e nelle sue promesse. Sappiamo che le sue promesse sono reali, anche se non ne abbiamo ancora visto l’adempimento completo.

Troviamo un esempio di persona con questa speranza nella descrizione biblica di Abramo. Lui e sua moglie Sara avevano raggiunto la vecchiaia e lei aveva già superato l’età in cui poteva partorire; tuttavia, Dio gli aveva detto che entro un anno Sara avrebbe messo al mondo un figlio. Sembrava così improbabile che Abramo si chiese: «Nascerà forse un figlio a un uomo di cento anni? E partorirà Sara che ha novant’anni?» (Genesi 17:17).

Come scrisse di lui l’apostolo Paolo: «Egli, sperando contro ogni speranza, credette per diventare padre di molte nazioni secondo ciò che gli era stato detto: “Così sarà la tua progenie”. E, non essendo affatto debole nella fede, non riguardò al suo corpo già reso come morto (avendo egli quasi cent’anni), né al grembo già morto di Sara. Neppure dubitò per incredulità riguardo alla promessa di Dio, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che ciò che egli aveva promesso era anche potente da farlo»(Romani 4:18-21).

Abramo non vacillava nella speranza, nella fede, nella conoscenza certa che Dio avrebbe fatto ciò che aveva promesso. La Bibbia ci dice che «da un solo uomo, e questi come fosse morto, sono nati discendenti numerosi come le stelle del cielo e come la sabbia lungo la riva del mare, che non si può contare» (Ebrei 11,12)

La Parola di Dio è il fondamento della nostra fede. Paolo parlò della «speranza della vita eterna, promessa prima di tutte le età da Dio, che non può mentire» (Tito 1:2), una certezza promessaci da Dio. Dato che Dio non può mentire, sappiamo senz’ombra di dubbio che saremo i beneficiari delle sue promesse.

Quando vediamo la speranza dal punto di vista biblico, possiamo trovare la forza di sopportare le prove e le difficoltà della vita. A volte la strada della vita ci fa attraversare momenti difficili, ma quando la nostra speranza è in Dio, abbiamo la certezza che ci aiuterà e che alla fine trionferemo – se non in questa vita, allora nella prossima. Questa speranza può darci il coraggio e la forza d’animo di rimanere ottimisti e pieni di lodi in mezzo alle difficoltà della vita e agli alti e bassi che incontriamo.

Basiamo la nostra speranza sulle promesse di Dio, che ci ha promesso di far collaborare tutte le cose al bene di quelli che lo amano (Romani 8:28). Possiamo sopportare le difficoltà nella consapevolezza che vivremo alla presenza del Signore in eterno. Abbiamo la convinzione che, qualsiasi cosa succeda, per quanto possa essere difficile e ardua, alla fine saremo sempre con il Signore. (1 Tessalonicesi 4:17).

La nostra fede si basa sulla certezza della nostra speranza, che le Scritture chiamano “un’ancora dell’anima, sicura e ferma” (Ebrei 6:19). La consapevolezza che siamo salvi, che Gesù morì sulla croce perché potessimo avere un rapporto con Dio, che Lui è presente nella nostra vita di ogni giorno e che siamo sicuri di una vita eterna con Lui dovrebbe influenzare il nostro modo di pensare e di sentire la vita.

Quando ricordiamo a noi stessi quello che ci sta davanti – la certezza della nostra salvezza e di benedizioni per l’eternità – possiamo affrontare le sfide con coraggio, con la consapevolezza sicura che, qualunque sia il risultato, abbiamo la speranza di un futuro con Dio. Quando viviamo con questa speranza, sappiamo che il risultato nell’eternità sarà glorioso e potremo affrontare meglio le difficoltà della vita, sapendo che Lui ha uno scopo e un piano per la nostra vita e per il mondo.

Abbiamo ricevuto il dono prezioso della salvezza e passeremo l’eternità in amore, gioia e pace con Dio. Avendo una simile speranza, siamo anche chiamati a condividere con gli altri quella speranza della gloria, a fare del nostro meglio per rappresentare Gesù davanti a loro, ad amarli come fa Lui e ad aiutarli umilmente a fare esperienza del suo amore e della sua premura attraverso di noi. Cerchiamo di vivere sempre consapevolmente con la speranza che abbiamo in Cristo e di condividerla con altri, come Gesù l’ha condivisa con noi.