C’è una storia, probabilmente apocrifa, di una signora americana il cui figlio fu designato Ministro alla Corte di San Giacomo, il termine usato per l’ambasciatore USA nel Regno Unito. A quell’epoca era considerata la posizione più importante e prestigiosa nel corpo diplomatico e le sue amiche commentarono che doveva sentirsi molto orgogliosa. Con loro grande sorpresa, lei disse: «E pensare che avrebbe potuto essere un ministro del Vangelo e un ambasciatore del Regno di Dio!»

Tu ed io forse non facciamo parte di un corpo diplomatico terreno, ma dovunque siamo o da dovunque proveniamo, se abbiamo Gesù, siamo i suoi ambasciatori e Lui dipende da noi per far vedere al mondo chi è. Gesù disse: «Come il Padre ha mandato me, così io mando voi»;1 e l’apostolo Paolo scrisse: «Noi siamo ambasciatori di Cristo, ed è come se Dio si servisse di noi per parlarvi».2 Dio potrebbe apparire soprannaturalmente per presentare il Vangelo, ma in genere sceglie di operare attraverso di noi.

Il compito di un ambasciatore ha due aspetti: comunicazione e rappresentazione. I primi cristiani facevano entrambe le cose. Cambiavano le mente trasmettendo il messaggio della salvezza e cambiavano i cuori vivendo in maniera tale da dimostrare l’amore di Dio per ogni singola persona, chiunque fosse e ovunque abitasse. Oggi, il mondo continua ad avere bisogno di persone che coprano entrambi i ruoli. Come te e me.

  1. Giovanni 20,21
  2. 2 Corinzi 5,20 PV