Tutti li abbiamo: piani che non hanno avuto il risultato sperato, preghiere che sembrano essersi fermate appena sotto il soffitto senza mai raggiungere il cielo, sogni che s’infrangono mentre ci chiediamo cosa sia andato storto. Continuiamo ad andare avanti, ma questi apparenti insuccessi rimangono impressi nella nostra mente insieme a un punto interrogativo: perché le cose non sono andate come avevo pianificato, sperato o pregato?

Nel cartone animato Giuseppe, il re dei sogni,[DreamWorks Animation, 2000.] c’è una scena in cui Giuseppe, dopo essere stato venduto come schiavo dai suoi fratelli e portato in Egitto, è stato comprato da Potifarre e lo vediamo lavare un pavimento. Nella sua mente vede i fratelli che ridono e si prendono gioco di lui. I suoi doveri sono resi ancora più pesanti dal risentimento e dalla rabbia che sente dentro.

Naturalmente, se c’era una persona che aveva il diritto di arrabbiarsi ed essere triste era lui. Era stato tradito proprio da quelli che avrebbero dovuto proteggerlo e difenderlo, la sua stessa famiglia. Qualunque fossero i sogni di Giuseppe, s’infransero e si dispersero nella sabbia durante il suo lungo viaggio verso l’Egitto. Il suo futuro sembrava davvero tetro!

Come sappiamo, però, e come scoprì anche Giuseppe, la storia non termina lì. Nonostante molte asprezze e difficoltà, Giuseppe si ritrovò nella posizione di salvare allo stesso tempo il futuro di una nazione e della sua famiglia. Attraverso tutto ciò che Dio fece per lui imparò quanto è grande e perfetto il piano divino. Dio può prendere gli avvenimenti più terribili e trasformarli in speranza e in un futuro. I sogni di Giuseppe si avverarono, non come si era aspettato, o come aveva pianificato o perfino sognato.

Immagina che sulla parete di un appartamento ci sia appeso un bel quadro, dipinto da un grande artista, con dei bei contrasti di figure, colori, forme e particolari da ammirare. Purtroppo non sei nell’appartamento e l’unica possibilità che hai di vederlo è attraverso il buco della serratura. Puoi vederne di sfuggita solo la parte più buia e in ombra. Potresti anche pensare: Che quadro scuro e deprimente! Perché l’artista non ha usato dei colori più brillanti o non ha dato più luce al dipinto?

Spesso questa è la prospettiva che abbiamo della nostra vita. Ci concentriamo sui punti scuri, sulle perdite e quelli che ci sembrano insuccessi. Invece la nostra vita è un dipinto bello, colorato, gioioso e vivace; il problema è che lo stiamo vedendo attraverso un buco piccolo. Se potessimo vedere la nostra vita da una prospettiva più grande e più completa, rientrerebbero nel quadro molti altri elementi, colori e particolari; quell’immagine minuscola si trasformerebbe nel capolavoro meraviglioso che è davvero agli occhi di Dio.

Forse quei punti scuri nella nostra vita rappresentano un’amicizia rotta, una separazione dolorosa, un’opportunità mancata, o la sensazione che i nostri obiettivi e i nostri sogni stanno venendo lentamente eliminati perché la vita è quello che è: complicata, affaccendata e non sempre in nostro favore. Tutto questo però può cambiare! Dio può aggiustare un cuore rotto, se gli dai tutti i pezzi.

Recentemente ho letto che non possiamo deludere Dio, perché sa già che non siamo perfetti. Si rende pienamente conto dei nostri limiti, insuccessi e perfino peccati, ma ci ama lo stesso con più intensità, premura e compassione di quanto possiamo comprendere. Se cerchiamo di capire Dio o il suo piano, cercando di far rientrare le cose nella nostra prospettiva limitata, finiremo soltanto col sentirci delusi di noi stessi e perfino di Lui quando le cose non si risolveranno come avevamo sognato e sperato.

Dio ha già un suo sogno per la nostra vita — pieno di sprazzi di luce e armonie di colori, profondità e consistenza — e rimane in attesa con il suo pennello davanti alla tela, pronto a dipingerlo e trasformarlo in realtà. Dobbiamo soltanto dargli lo spazio necessario a lavorare e farne qualcosa di bello.

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Succede spesso che il valore di una cosa stia nel fatto che sia appartenuta a qualcuno. Un oggetto molto comune acquista un valore nuovo se è appartenuto a una persona famosa. In un museo troverete cose piuttosto comuni — vestiti, un bastone da passeggio, una penna, un mobile — il cui unico valore è quello di essere appartenuti o essere stati usati da qualche gran personaggio. […] Lo stesso per i cristiani. Un cristiano può essere una persona molto comune, ma acquista un valore, una dignità e una grandezza nuova perché appartiene a Dio. La grandezza del cristiano sta nel fatto che è proprietà di Dio. —William Barkley (1907–1978), scrittore, presentatore radio-televisivo e professore