Recentemente ho letto questa citazione e mi è piaciuta per la descrizione che dà di una famiglia: «La famiglia è la bussola che ci guida. È ciò che ci ispira a raggiungere mete più elevate, ma è anche ciò che ci conforta quando occasionalmente vacilliamo».
Le famiglie, però, non sono statiche. Anzi, per noi una delle cose più importanti che cambia nel passaggio delle stagioni della vita è il rapporto che abbiamo con la nostra famiglia. Come ha detto recentemente mio figlio di tre anni: «Prima sei un bambino, poi diventi un papà, poi diventi un nonno». Ci vuole un bambino per semplificare le cose.
La vita è un po’ più complicata di così, ma una cosa è certa: tutti dobbiamo passare per diverse stagioni nella nostra esistenza. Alcune le aspettiamo con ansia e ne siamo grati. Altre non ci piacciono, né vogliamo pensarci. Il re Salomone descrisse il ciclo della vita in Ecclesiaste 3: stagioni di nascita e di morte, di semina e di raccolto, di tentativi e di rinunce, di pianti e di risa.
Ci sono stagioni di espansione, quando Dio è all’opera per modellare qualcosa di nuovo nel nostro cuore. Stagioni di amore appassionato e in costante crescita — e stagioni più aride in cui l’amore è messo alla prova. Stagioni di benedizioni — e stagioni in cui ci si chiede dove sono tutte le benedizioni di cui gli altri sembrano godere.
È importante rendersi conto che ci sono nella vita delle stagioni e capire in quale stiamo vivendo ora. Anche se non possiamo cambiare i periodi difficili, possiamo cambiare la prospettiva da cui li vediamo. Perfino i momenti brutti possono diventare belli — ma solo se impariamo a vederli da un punto di vista diverso. L’articolo di Maria Fontaine in questo numero (Apprezzare l’invecchiamento) ce ne offre un ottimo esempio.