Quando Gesù disse ai suoi discepoli che presto li avrebbe lasciati, essi rimasero perplessi e gli fecero domande d’ogni tipo. Il pensiero che li avrebbe abbandonati era quasi troppo da sopportare.

Lui li consolò con le parole: «Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio e credete anche in me. Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve lo avrei detto; io vado a prepararvi un posto. E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi. Voi sapete dove io vado e conoscete anche la via».1

Tutte le promesse e le parole di conforto che Gesù lasciò ai suoi discepoli sono anche a nostra disposizione. «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, che rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità».2

«È bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò».3

Cristo ci ha lasciato un’eredità di pace. «Io vi lascio la pace, vi do la mia pace; io ve la do, non come la dà il mondo; il vostro cuore non sia turbato e non si spaventi».4

A Gesù importa?

A Gesù importa il dolore del mio cuore,
troppo profondo per allegria o canzoni,
quando i pesi premono e le cure angosciano
e la strada è lunga e faticosa?

A Gesù importa quando la strada è buia
e avvolta da un timore senza nome?
Quando il giorno svanisce nella notte profonda,
gli importa tanto da restarmi vicino?

A Gesù importa quando ho cercato invano
di resistere a una forte tentazione;
quando non c’è sollievo al mio grande dolore,
nonostante il pianto di una lunga notte?

A Gesù importa quando ho detto addio
alla persona che mi è più cara
e il mio cuore si spezza dal dolore
— tu credi che lo senta, lo veda?

Oh, sì, gl’importa, so che gl’importa,
il mio dolore tocca il suo cuore;
nei giorni estenuanti, nelle notti tristi,
so che al mio Salvatore importa.
Frank E. Graeff (1860–1919)

  1. Giovanni 14,1-4
  2. Giovanni 14,16-17
  3. Giovanni 16,7
  4. Giovanni 14,27