Perché la Risurrezione fa la differenza

Ogni volta che celebriamo la Pasqua, commemoriamo il dono divino della salvezza. Nel suo amore per l’umanità, Dio ci diede la possibilità di avere un rapporto eterno con Lui grazie a suo Figlio. Gesù entrò in questo mondo per amore, visse come noi e si consegnò per essere crocifisso e soffrire per la nostra redenzione. La sua morte ci rese possibile conoscere veramente Dio e vivere con Lui per l’eternità.

Sappiamo che Gesù è il Figlio di Dio per come ci viene descritto nei Vangeli. Fece e disse innumerevoli cose che indicano che è il Figlio di Dio. La sua risurrezione, che celebriamo a ogni Pasqua, è la prova che Egli è esattamente chi diceva di essere: il tanto atteso Messia e Dio Figlio.

Anche se in alcune occasioni affermò di essere il Messia, generalmente non si riferì a Sé con quel nome. Il titolo di Messia era accompagnato da pregiudizi nella mente delle persone di quell’epoca, con attese di natura politica. È molto probabile che affermare di essere il Messia gli avrebbe causato prematuramente dei conflitti con i leader giudei e il governo romano. Avrebbe anche risollevato le attese di un Messia come persona che avrebbe spezzato le catene degli oppressori romani e liberato fisicamente il popolo ebreo.

Nei Vangeli, Gesù si riferì a se stesso più di settanta volte come Figlio dell’uomo, un titolo non-messianico preso dal libro di Daniele che gli ebrei dei suoi tempi conoscevano bene (Daniele 7:13-14). Usando il titolo di Figlio dell’Uomo, Gesù poteva parlare della sua missione sulla terra — che comprendeva la sofferenza e la morte, oltre alla sua seconda venuta, al suo ruolo nel giudizio e al suo futuro glorioso — senza usare il titolo politicamente esplosivo di Messia.

Nei Vangeli Gesù fu l’unico a riferirsi a sé con il titolo di Figlio dell’Uomo. Lo usò per rivendicare l’autorità di fare ciò che solo Dio poteva fare, per esempio perdonare i peccati: «Ma, affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha sulla terra autorità di perdonare i peccati, alzati», disse allora al paralitico, «prendi il tuo letto e va’ a casa tua» (Matteo 9:6). Alluse a sé in questi termini anche quando parlò ai suoi discepoli della sua prossima crocifissione e della sua risurrezione il terzo giorno (Matteo 17:22-23).

Predisse che, come Figlio dell’Uomo, avrebbe dato la vita per la nostra redenzione: «Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti» (Matteo 20:28). Così fu crocifisso, morì e fu sepolto, — per poi risorgere. È la sua morte espiatoria e sacrificale che ci ha dato la vita eterna (1 Pietro 2:24).

Un altro modo in cui Gesù usò il termine «Figlio dell’Uomo» fu nel parlare della sua seconda venuta, quando ritornerà sulla terra a stabilire il suo regno e a pronunciare il giudizio. Nel libro di Daniele si parla di «uno simile a un figlio dell’uomo» che viene sulle nuvole del cielo. Questo riferimento a un personaggio dall’aspetto umano, pieno d’autorità, gloria, onore e con un regno eterno, evoca l’immagine di una potenza normalmente riservata a Dio.

Gesù è descritto come il Figlio di Dio, sia dalle sue stesse parole, sia da altri. La sua qualità di Figlio è intrecciata nei Vangeli, specialmente nelle cose che dice di se stesso. Dai Vangeli comprendiamo che esisteva eternamente con il Padre da prima della creazione del mondo, come la Parola di Dio, e che creò tutte le cose. La Parola poi divenne un essere umano, nella persona di Gesù, che con la vita che condusse ci insegnò a conoscere Dio e il suo amore. «E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, come gloria dell’unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità» (Giovanni 1:14).

La sua posizione di Figlio è indicata nei racconti della sua nascita, dove si descrive come fu generato direttamente da Dio, mediante il concepimento per opera dello Spirito Santo, e per questo è chiamato il Figlio di Dio (Luca 1:31-35). Fu chiamato Gesù, che significa “Yahweh è la salvezza” — dove Yahweh è uno dei nomi con cui il popolo ebraico conosceva Dio.

Quando Gesù fu battezzato da Giovanni Battista nel Giordano, all’inizio della sua missione, la voce di Dio dichiarò: «Questi è il mio amato Figlio, nel quale mi sono compiaciuto» (Matteo 3:16-17). Verso la fine della sua missione, quando fu trasfigurato, ancora una volta Dio dichiarò che era suo Figlio (Matteo 17:5).

Gesù aveva un rapporto unico con il Padre perché lo conosceva come solo il suo Figlio unigenito poteva fare. Quando i leader giudei gli chiesero se era il Figlio di Dio, Lui rispose affermativamente: «Il sommo sacerdote lo interrogò e gli disse: “Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?” E Gesù disse: “Sì, io lo sono. E voi vedrete il Figlio dell’uomo sedere alla destra della Potenza e venire con le nuvole del cielo”» (Marco 14:61-62).

Le affermazioni che Gesù fece riguardo a sé e al suo rapporto con Dio, dichiarandosi uguale a Lui, a volte accettando di essere adorato (Matteo 14:33) e dicendo di fare le opere del Padre, furono interpretate come parole bizzarre e blasfeme dai suoi oppositori. I leader religiosi giudei lo consideravano un falso messia e decisero che dovesse morire affinché i Romani non distruggessero la nazione a causa sua (Giovanni 11:47-50). Anche se i leader giudei non avevano l’autorità di uccidere Gesù, riuscirono a farlo crocifiggere dalle autorità romane. Il cosiddetto falso messia che affermava di essere il Figlio di Dio fu crocifisso e il problema fu apparentemente risolto.

Poi però… risorse! La sua risurrezione dimostrò che tutto ciò che aveva detto, tutta l’autorità che aveva affermato di avere — il ruolo di Messia, la potenza e il dominio, il giudizio e la sua qualità di Figlio — era vero. Gesù è ciò che disse di essere.

Se Gesù non fosse risorto, se non ci fosse stata una risurrezione, tutto ciò che dice di Lui la Parola di Dio sarebbe falso. La nostra fede, come disse Paolo, sarebbe inutile (1 Corinzi 15:14). La risurrezione, invece, dimostra che la nostra fede ha un valore inestimabile. Dimostra che Gesù è il Figlio di Dio.

Grazie alla risurrezione, abbiamo la certezza che credendo in Gesù abbiamo la vita eterna. Questo è il significato della Pasqua. Per questo la Pasqua è un giorno per lodarlo e ringraziarlo per il suo grande sacrificio, per aver dato la vita per noi.  Per questo è un giorno in cui adorare Dio per il meraviglioso piano della salvezza da Lui messo in pratica. Per questo la Pasqua è un giorno meraviglioso per impegnarsi personalmente a condividere la buona notizia che Gesù è risorto e che la sua offerta gratuita della salvezza è disponibile a tutti quelli che la accetteranno. Buona Pasqua!