Se l’apostolo Tommaso potesse raccontarci cosa provò quando Gesù fu crocifisso, fu sepolto e poi risorse dalla tomba, penso che direbbe qualcosa del genere…
Molte persone leggono i Vangeli e pensano come dev’essere stato bello essere uno dei primi discepoli di Gesù, specialmente uno dei dodici che Lui scelse di tenere vicino a Sé mentre insegnava e faceva miracoli. Quei tre anni e mezzo con il Maestro furono meravigliosi, perché Lui era meraviglioso, anzi, perfetto.
Non c’era niente di particolarmente meraviglioso in noi discepoli e i nostri difetti si rivelavano ancora più chiaramente alla luce della sua presenza. Pietro era schietto e impetuoso. Giacomo e Giovanni tendevano a farsi trascinare dal loro zelo. Filippo era severo e pratico. E io? Poiché dubitai della potenza di Dio e manifestai i miei dubbi così apertamente, il mio nome è diventato simbolo di scetticismo.
Non è un’etichetta di cui vada orgoglioso, né il retaggio che avrei scelto di lasciare, ma sono lieto che altri possano approfittare della mia esperienza. Se hai dei dubbi su Gesù o sulla Bibbia, o sulla potenza divina, o sulla vastità del suo amore, questa storia è per te.
Dopo che Gesù fu crocifisso e il suo corpo fu sepolto, ci nascondemmo tutti per paura che i suoi nemici se la prendessero anche con noi. Quando la sera del terzo giorno rividi gli altri discepoli, scoprii che molto era successo durante la mia assenza. Tutti cominciarono a parlare allo stesso tempo. «Abbiamo visto Gesù!» «È vivo!» «Sul serio! È vero!» «L’ho visto anch’io!»
Pietro cercò di aiutarmi a capire. «Eravamo nascosti qui e stavamo ancora cercando di capire quello che è successo al Maestro, quando Maria si è presentata alla porta senza fiato».
«Siamo andate alla tomba a ungere il suo corpo con aromi e unguenti», proruppe Maria, «ma quando siamo arrivate la pietra era stata spostata dall’ingresso e il suo corpo era sparito».
«Pensavamo che stesse solo parlando a vanvera», continuò Pietro. «Ma quando ha continuato a insistere che andassimo a vedere con i nostri occhi, Giovanni ed io ci siamo andati di corsa. Abbiamo trovato la tomba proprio come aveva detto lei: vuota, tranne per il sudario che aveva avvolto il suo corpo. Appena tornato qui, mi sono ricordato che Lui aveva detto: “Proprio come il profeta Giona passò tre giorni nel ventre del pesce, così il Figlio dell’Uomo starà tre giorni e tre notti nel cuore della terra” (Matteo 12:40) e cominciai a chiedermi se non fosse veramente risorto».
La voce di Pietro si alzò per l’eccitazione. «Poi è successa una cosa sorprendente! Tutt’a un tratto, Gesù era in piedi proprio lì dove stai tu adesso. Ci ha mostrato i buchi dei chiodi nelle mani e la ferita della lancia nel costato…»
I miei dubbi mi impedirono di sentire il resto. Impossibile!
Altri due raccontarono una storia altrettanto incredibile di come avevano incontrato uno straniero misterioso sulla strada di Emmaus. Fu Cleopa a parlare.
«Eravamo qui, quando Maria è arrivata e ha detto che lei e le altre donne avevano trovato la sua tomba vuota e avevano visto un angelo che aveva detto loro che Gesù era ancora vivo. Poi noi due siamo partiti per Emmaus, tristi e confusi come te per quello che era successo a Gesù. Per strada abbiamo incontrato un uomo che ci ha spiegato le profezie bibliche riguardanti la morte del Messia; tutte le profezie si adattavano esattamente a Gesù! Improvvisamente ci siamo resi conto che quell’uomo era Gesù e in quell’istante Lui è scomparso!»
«Non ci credo!» esclamai. «Penso che vi stiate immaginando le cose – che vediate quello che volete vedere». Li implorai di essere più razionali. «Lo amavo tanto quanto voi. Non vi rendete conto di com’è ridicolo tutto questo? Per me, dovrei vedere e toccare i fori dei chiodi nelle sue mani e la ferita nel suo fianco, prima di credere che è vivo!»
Otto giorni dopo eravamo di nuovo tutti insieme, quando apparve una figura, nonostante le porte chiuse. Era Gesù! Venne dritto da me, sorrise e indicò le ferite nelle proprie mani. «Tommaso, metti un dito qui», disse.
Le parole che avevo detto la settimana prima mi passarono velocemente per la mente e provai vergogna. Gesù non era presente quando avevo detto agli altri che non ci avrei creduto finché non l’avessi visto e toccato io stesso, ma Lui lo sapeva, come sembrava sempre conoscere i miei pensieri e sentimenti più intimi.
Mi prese una mano e disse: «Infila un dito nella ferita nel mio fianco e credi».
Lo feci e in quell’istante ogni residuo di dubbio svanì. Avevo visto. Avevo toccato. Ma, cosa ancora più meravigliosa, avevo guardato nei suoi occhi, pieni di amore e compassione. Il mio scetticismo non aveva diminuito il suo amore per me. Mi vergognai della mia incredulità, ma il suo amore spazzò via i dubbi e la vergogna.
Sì, ho avuto la benedizione di stare alla sua presenza, di ascoltare i suoi insegnamenti, di vedere i suoi miracoli e di averlo sentito chiamarmi per nome. Ho avuto la benedizione di vedere e toccare il Salvatore risorto, di essere rassicurato del suo amore per me e di sentire dalle sue labbra che tutti i miei peccati erano perdonati. Tu però hai una benedizione speciale. Come Lui mi disse: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto» (Giovanni 20:29).