Recentemente mi sono imbattuto in un versetto della Bibbia che ho letto, ascoltato e perfino citato centinaia di volte. Meditandoci sopra, però, pensando alla sua applicazione pratica e all’enormità delle conseguenze se dovessimo ignorarlo, mi sono reso maggiormente conto della sua importanza.
Matteo 6,14-15 dice: «Se voi perdonate agli uomini le loro offese, il vostro Padre celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini le loro offese, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre».
Non c’è spazio di manovra in questo versetto. Il perdonare o no, ha un effetto diretto sul nostro rapporto con Dio.
Qualche tempo dopo, l’apostolo Pietro fece una domanda ovvia: «Signore, se mio fratello pecca contro di me, quante volte gli dovrò perdonare? Fino a sette volte?». «Non solo sette volte», disse Gesù, «ma fino a settanta volte sette».[Vedi Matteo 18,21-22.]
Sono 490 volte. Gesù usò una cifra piuttosto grande per sottolineare il fatto che non esiste un momento in cui possiamo sentirci giustificati nello smettere di perdonare qualcuno.
Per farsi intendere meglio, usò altre grandi cifre nella storia del re che voleva sistemare i conti con i suoi servi:
Un uomo doveva al re diecimila talenti. Un talento equivale a circa 57 chili, quindi quest’uomo doveva al re 570 tonnellate di oro o di argento. Al prezzo odierno, se fosse stato argento, sarebbe valso circa 397,5 milioni di euro; se fosse stato oro, sarebbe valso oltre 19 miliardi di euro. In ogni caso, era un debito enorme. Poiché l’uomo non poteva pagare, il re ordinò che fosse venduto come schiavo insieme a sua moglie e ai suoi figli. L’uomo implorò il re di avere pazienza e questi ebbe misericordia di lui, lo rilasciò e perdonò il suo debito.
Purtroppo, subito dopo, il servitore perdonato incontrò uno degli altri servi che gli doveva cento denari – e un denaro equivaleva a circa 14 euro odierni; in questo caso il debito del servo era di 1.400 euro e comunque era molto meno del denaro da lui dovuto. Ciononostante, il servitore perdonato fece imprigionare il suo compagno.
Quando il re lo seppe, fece chiamare il servo perdonato e gli disse: «Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché mi hai supplicato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?» Arrabbiato, fece buttare in prigione anche lui.
Gesù termina la storia con un’affermazione allarmante: «Così il mio Padre celeste tratterà ognuno di voi, se non perdonerete i vostri fratelli».[Vedi Matteo 18,23-35.]
Ci sono volte in cui altre persone peccano contro di noi o ci feriscono, intenzionalmente o no, proprio come ci sono volte in cui noi feriamo altri o pecchiamo contro di loro. In qualche occasione la gente può trattarci ingiustamente; forse ci imbroglia, ci deruba, o ci calunnia. Forse ci tradisce, o non rispetta la parola data. In qualsiasi caso, qualunque sia l’offesa o la ferita, ci viene comandato di perdonare.
Perdonare non significa che l’altra persona avesse ragione, né che la perdita o il danno causato dalle sue azioni sia annullato. Significa semplicemente che, invece di pensare solo a chi ha torto o ragione, si lascia la questione nelle mani di Dio, insieme alle ripercussioni delle azioni di quella persona. Si prende la strada migliore e si perdona.
Tutti noi pecchiamo e tutti siamo privi della gloria di Dio.[Vedi Romani 3,23.] Come il servitore spietato, abbiamo tutti un debito enorme con Dio, un debito così vasto che nessuno di noi può ripagarlo. Grazie a Gesù, Dio perdona quel debito, ma poi chiede a noi di perdonare gli altri allo stesso modo.
Vedere le cose dal punto di vista che, se non perdoniamo gli altri quando peccano contro di noi, Dio non perdonerà noi quando pecchiamo contro di Lui, può essere sconcertante. Il lato positivo è che possiamo vederla anche come una promessa: se perdoniamo gli altri, Dio perdonerà noi.[Vedi Marco 11,25.] Se mostriamo misericordia, riceveremo misericordia. Se perdoniamo, saremo perdonati. La questione non è chi abbia torto o ragione, ma perdonare dal profondo del cuore.
«Dio vi ha scelti e vi ama. Perciò abbiate sentimenti nuovi: di misericordia, di bontà, di umiltà, di pazienza, e di dolcezza. Sopportatevi a vicenda: siate pronti a perdonare, come il Signore ha perdonato voi. Al di sopra di tutto ci sia sempre l’amore, perché soltanto l’amore tiene perfettamente uniti».[Colossesi 3,12-14 TILC.]