Era il 1992. Tutto andava bene; la nostra figlia più piccola è arrivata a febbraio e ci siamo trasferiti in una casa migliore. La piccola attività serigrafica di mio marito procedeva bene e i bambini erano sani e felici. Avevamo del tempo libero nei fine settimana per fare del volontariato, cantare in case–famiglia per i bambini, in una casa per anziani e in una per adolescenti senza genitori. Raccoglievamo anche donazioni in natura nei mercati per portarle a famiglie povere.
Poi è successo l’inaspettato. Mio marito ha avuto un ictus. È stato un grosso shock per tutti noi. È rimasto in cura intensiva per tre settimane, mentre io cercavo di gestire tutto in casa, di mandare avanti il lavoro e andare a trovarlo ogni pomeriggio. Contrariamente a tutte le nostre aspettative, il Signore se lo portò a casa in cielo.
Abbiamo superato il lutto lentamente. La mia fede nella bontà di Dio mi ha fatto andare avanti. Sapevo che i nostri figli erano coraggiosi e soffrivano in silenzio, ma il mio cuore sprofondava ogni volta che guardavo nei loro occhi tristi. Il compleanno della mia figlia più grande a settembre è passato senza festeggiamenti. Senza contare la figlia appena nata, gli altri avevano dai tre ai tredici anni. Potevo vederli maturare più della loro età a causa della loro perdita, ma non potevo fare molto al riguardo.
Con l’avvicinarsi del Natale, il nostro senso di vuoto è aumentato e ho pregato che il Signore facesse un miracolo per riportare l’allegria in quelle feste. All’inizio di dicembre, alcuni parenti di mio cognato, che avevano una piccola fabbrica di vestiti in una città vicina, erano di passaggio per le feste e sono venuti a trovarci. Hanno portato vestiti nuovi per tutti i bambini e si sono seduti sulla veranda con noi per alcune ore. Erano come angeli di misericordia, hanno chiacchierato con i bambini e li hanno tirati su di morale.
Vivevamo al confine tra Brasile e Paraguay. Una settimana prima di Natale, mia sorella Mabel mi ha mandato i soldi necessari per andare fino a Ciudad del Este, dove i giocattoli costano di meno, per comprare un regalo per ogni bambino. La somma è bastata a comperare un giocattolo speciale per ognuno di loro. Ricordo di aver comperato per la mia figlia di mezzo, che adora cantare, un piccolo amplificatore portatile con microfono; per il mio figlio avventuroso di sette anni ho scelto un paio di walkie-talkie.
Il giorno di Natale hanno aperto i regali, hanno riso e giocato. Abbiamo fatto un pranzo speciale, abbiamo cantato insieme e ringraziato Gesù per essere entrato nel nostro mondo pieno di dolore a portarci la gioia. In qualche modo stava facendo la stessa cosa per noi quel Natale!
Alla fine, con il passare dei mesi, abbiamo ritrovato la felicità. Anche se avevamo pochi soldi, Dio ha sempre provveduto ai nostri bisogni. Abbiamo ritrovato il tempo e l’ispirazione per riprendere il nostro lavoro di volontariato, cantando e portando gioia nei vari istituti. Abbiamo capito meglio cosa vuol dire essere degli orfani o una vedova sola in una casa per anziani.
Tutti i miei figli adesso sono adulti, con figli loro. Ogni Natale ci ritroviamo, mangiamo e facciamo festa insieme. Suoniamo e cantiamo. Abbiamo una tradizione di famiglia per cui, man mano che un regalo viene tolto da sotto l’albero, imitiamo il destinatario del dono e gli altri devono indovinare chi è, in mezzo a tante risate. Alle nostre feste partecipano anche mia sorella Mabel con suo figlio e un’altra delle mie sorelle.
A volte, un regalo può ravvivare la giornata (o un anno intero!) di una persona che ha bisogno di un po’ d’incoraggiamento, come quell’anno ha fatto per me e la mia famiglia quello di Mabel. Mentre ci avviciniamo a Natale, ricordo sempre che il nostro Padre celeste è il donatore più grande che ci sia. Ci ha amato così tanto da dare suo Figlio per salvarci.
Se non hai ancora ricevuto il dono della vita eterna accettando Gesù come tuo Salvatore, puoi farlo adesso con questa semplice preghiera:
Caro Gesù, grazie per essere venuto sulla terra ed essere morto per me e per tutta l’umanità. Grazie per aver fatto in modo che potessi avere un rapporto personale con Te e con tuo Padre. Perdonami per le cose sbagliate che ho fatto. Ti chiedo di entrare nel mio cuore. Riempimi del tuo Spirito Santo e aiutami ad avere una vita che possa farti piacere. Amen.