«Non scoraggiamoci né stanchiamoci di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo» (Galati 6:9).
La prima volta che ho letto quel versetto, mi ha veramente colpito. Ero una studentessa diciottenne, idealista ma confusa, alla ricerca del significato della vita. Mi ricordo di averlo letto più volte, cercando di capire cosa volesse dire. Sembrava nascondesse qualcosa, come una specie di codice segreto.
Il versetto parlava del futuro e quello che mi interessava veramente era la parte della “mietitura”. Così ho deciso di dedicarmi al «fare il bene». Ho dedicato la mia vita alle missioni, che negli anni mi hanno portato in India, Nepal e di ritorno in Europa per dare il via a un’organizzazione umanitaria nei paesi devastati dalla guerra dell’ex Iugoslavia.
Un’altra missione in cui ero impegnata era i miei figli. Le parole «non scoraggiamoci né stanchiamoci» sono diventate predominanti nella mia vita. I miei anni spensierati erano passati e ora ero impegnata nelle battaglie della vita quotidiana. Ricordo di essere scoppiata in lacrime una volta che mio marito è tornato dal lavoro e non ero nemmeno riuscita a mettere insieme una semplice cena. Molti anni e molte cene dopo, questo ricordo mi fa sorridere, ma a quei tempi era una lotta!
A volte mi sentivo un fallimento completo, oppure incontravo delusioni o insuccessi nei progetti in cui ero coinvolta, come quella volta che un progetto è terminato improvvisamente a causa dell’instabilità politica, o quando un caro collaboratore è morto improvvisamente per un arresto cardiaco proprio durante un evento che ospitavamo.
Tornando al misterioso versetto biblico che portavo sempre con me, ho imparato che nonostante ciò che non andava a buon fine o andava a pezzi al momento, io dovevo continuare a «fare il bene». Dovevo semplicemente concentrarmi su quello e non stancarmi, scoraggiarmi o arrendermi. Anzi, molte volte, voltare le spalle a tristezza e scoraggiamento e dedicarmi a una situazione di bisogno era la mia salvezza.
Che dire poi della parte del «mieteremo a suo tempo»? Be’, credo che molti, se non tutti, i risultati dei nostri sforzi rimarranno invisibili in questa vita. Le ricompense arriveranno quando Dio vorrà. I miei ragazzi, però, sono cresciuti e stanno realizzando cose che non avrei mai immaginato. L’anno prossimo festeggeremo il 30° anniversario dell’organizzazione umanitaria che ho contribuito a fondare. Mandarla avanti ha richiesto perseveranza e sacrificio, ma ha avuto senz’altro le sue ricompense e molte vite sono state toccate e cambiate dalle nostre attività.
Sì, prima o poi, in qualche forma, mieteremo!