I cristiani non sono immuni alle difficoltà — problemi di famiglia, timori, incertezze, troppe cose da fare, pressione economica e tanto altro. Avere fede non ci impedisce di avere difficoltà, ma noi che conosciamo il Signore possiamo avvalerci delle sue promesse, che ci aiuteranno a superarle.
Voglio parlare di alcune cose che aiutano me ad andare avanti quando una situazione diventa critica. Fanno parte del mio manuale di sopravvivenza.
Per prima cosa, ricordo a me stessa che non sono l’unica ad attraversare periodi difficili. C’è un detto: «Le avversità formano il carattere».Tutti quelli che hanno fatto grandi cose per Dio e l’umanità hanno incontrato difficoltà e hanno dovuto superare ostacoli d’ogni tipo. Lottando per superarli, sono diventati forti.
Pensate all’esempio di Giuseppe, una persona il cui carattere e il cui potenziale furono forgiati nella fornace.[Vedi Genesi 37–46.] Come disse William Secker:[William Secker (morto ca. 1681) era uno scrittore, ministro della Chiesa d’Inghilterra.] “Se Giuseppe non fosse stato prigioniero in Egitto, non ne sarebbe mai divenuto il governatore. Furono le catene di ferro alle sue caviglie che condussero alle catene d’oro al suo collo”.
Un’altra cosa che mi aiuta ad andare avanti è pregare per avere una fede più grande. Ci sono esempi biblici di preghiera per la fede ed io so che Dio risponde sempre al cuore assetato. «Subito il padre del fanciullo, gridando con lacrime, disse: Io credo, Signore, vieni in aiuto alla mia incredulità».[Marco 9,24.] E in un altro caso gli apostoli chiesero a Gesù di aumentare la loro fede.[Vedi Luca 17,5.]
Quando mi sento troppo debole per pregare per me stessa, chiedo ad altri di farlo. Quando passo dei momenti difficili, sono grata di avere persone che mi sostengono in preghiera e alle quali ritengo di potermi rivolgere, sapendo che mi faranno dono del loro tempo e della loro attenzione chiedendo al Signore di darmi la sua forza e la sua fede.
Un’altra cosa che faccio è ripassare le esperienze del passato di come Dio mi ha aiutato. Non c’è una sola occasione in cui non mi abbia fatto superare la tempesta per arrivare in un luogo tranquillo, quando sapeva che era il momento giusto. Concentrarmi su tutto ciò che il Signore ha fatto in passato mi permette di credere che potrà fare cose buone in futuro. So che, per quanto la situazione sia nera, Dio è in grado di fare miracoli. Non è limitato dalle circostanze.
In più, anche leggere o ascoltare le testimonianze di come Dio ha aiutato altri è un’ispirazione enorme e aumenta la mia fede. Sapere delle cose meravigliose che ha fatto per altri credenti nel corso della storia mi dà la sicurezza e la pace di sapere che farà miracoli anche per me.
Un’altra cosa che mi aiuta molto è guardare oltre le difficoltà delle circostanze presenti e cercare di credere che le cose miglioreranno, perché so che Dio si cura di me, che mi aiuterà e che mi onorerà per aver avuto quella fiducia in Lui.
Questo mi ricorda la storia della bambina che andò dal padre a chiedergli una casetta per le bambole. Il padre annuì e promise che l’avrebbe fatto, poi si rimise a leggere un libro. Poco dopo guardò fuori dalla finestra dello studio e vide la piccola che andava avanti e indietro tra la casa e il cortile, con le braccia piene di piattini e bambole, fino ad avere una pila di giocattoli là fuori. Si alzò e chiese a sua moglie cosa stesse succedendo.
«Oh, le hai promesso di costruirle una casetta e ti ha preso in parola. Si sta semplicemente preparando».
«Fu come se mi avesse colpito un fulmine», disse più tardi il padre, «misi giù il libro, corsi in cantina a prendere tutto il necessario e in poco tempo costruii quella casetta. Non lo feci perché ne avessi voglia, né perché lei se lo meritasse, ma perché le avevo detto che l’avrei fatto e lei ci credeva e si era comportata di conseguenza. Con quella fede nelle parole di papà, non potevo deluderla».
Dio si comporta così con i suoi figli. L’adempimento delle sue promesse non avviene sempre subito, ma Lui risponde sempre al momento giusto e secondo i suoi propositi.
Ecco, queste sono alcune delle cose che mi aiutano quando riesco appena a tener la testa fuori dall’acqua e sono pronta a farmi prendere dal panico. Quando includo nella vita quotidiana questi principi e queste pratiche — anche se mi capita solo di pensarci — essi attivano la mia fede, che da teorica diventa viva.
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Una fede grande non è quella che cammina sempre nella luce e non conosce il buio, ma quella che persevera nonostante l’apparente silenzio divino. È assolutamente certo che una fede così riceverà la sua ricompensa.
—Padre Andrea (1869–1946)