A due anni, mia figlia Audrey è entrata nel mondo incantevole del prendere decisioni — e di renderle note, a quanto pare, più forte ed enfaticamente possibile! A parte i capricci, sono contento che stia imparando a esercitare la sua libertà di scelta ed è interessante vederla imparare a valutare opzioni che le si presentano. Nella vita, prendere le decisioni giuste può dimostrarsi una vera sfida, ma spero di insegnarle che, anche se i suoi genitori non sono sempre presenti per aiutarla, non dovrà mai affrontarle da sola.
Per i credenti, il prendere decisioni dovrebbe essere un procedimento relazionale che comprende noi e Dio. Portiamo davanti a Lui tutte le nostre ansie, sapendo che ha cura di noi[Vedi 1 Pietro 5,7.] e che vuole essere presente e parte integrante nelle nostre decisioni. Fare scelte giuste che rendono onore a Dio è uno dei modi in cui dimostriamo di amarlo con tutto il cuore, il corpo, l’anima e la mente.[Vedi Luca 10,27.]
Naturalmente, una delle conseguenze della libertà di scelta, o libero arbitrio, è che possiamo farne di sbagliate, il che a volte può avere serie ripercussioni. Se qualcuno ci ha fatto del male, ad esempio, Dio ci chiede di perdonare: «Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo».[Efesini 4,32 NR.]
La Bibbia afferma che Dio non ricorda più i nostri peccati;[Ebrei 8,12] ci tratta come se non fossero mai esistiti. Quando perdoniamo, anche se forse continuiamo a ricordarci gli avvenimenti che ci hanno ferito, scegliamo di vivere come se non fosse così.
Questo mi ricorda come lo statista sudafricano Nelson Mandela descrisse i pensieri che ebbe al momento della sua liberazione dopo ventisette anni passati in carcere per la sua opposizione all’apartheid: «Mentre m’incamminavo lungo quel corridoio verso il portone che mi avrebbe portato alla libertà, sapevo che, se non mi fossi lasciato alle spalle il rancore e l’odio, avrei continuato a vivere in una prigione».