Il clima era perfetto e la maggior parte dei miei amici si aspettava un fine settimana rilassante. Io no. Una recente malattia mi aveva lasciato indietro con la scuola e mi trovavo di fronte a una montagna di progetti, rapporti e compiti da completare prima della fine del mese. Ero scoraggiata e delusa.
Dopo diverse ore di lavoro frenetico, non avevo concluso ancora molto, così ho deciso che un po’ di tempo all’aperto mi avrebbe fatto bene e me ne sono andata in un parco lì vicino. I prati e i viali di solito erano tranquilli, ma ora erano pieni di genitori e bambini e l’aria era piena di voci e di risate.
Passeggiavo già da un po’, quando le grida eccitate di un bambino hanno attirato la mia attenzione. Mi sono girata e ho visto un padre che giocava a pallone con un bambino di circa tre anni. Il bambino correva scatenato sul prato, rincorrendo la palla e prendendola a calci. Spesso non la colpiva nemmeno e non riusciva a prendere molti dei passaggi che suo padre gli faceva, ma continuava a giocare con tale passione ed entusiasmo che non ho potuto fare a meno di sorridere.
Dopo aver osservato per un po’, ho notato qualcosa d’insolito nel braccio destro del padre. Mentre correva agilmente intorno, calciando il pallone, il braccio destro pendeva immobile al suo fianco. Nonostante ciò, usava il braccio sinistro per fare cenni a suo figlio e continuava a tirargli la palla.
Sono tornata a casa al tramonto, con le risate contagiose dei due ancora nelle orecchie. Non penso che quel padre si considererebbe un grande insegnante di morale, ma inconsapevolmente quella domenica pomeriggio mi era servito d’ispirazione. Il suo esempio allegro e altruista aveva messo nella giusta prospettiva i miei problemi insignificanti e mi aveva incoraggiato ad affrontare le difficoltà con lo stesso spirito di coraggio e di fede.
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Uno dei regali più grandi che mio padre mi abbia fatto — senza volerlo — fu vedere con che coraggio sopportava le avversità. Era sempre calmo, completamente tranquillo, un uomo allegro, gioviale, entusiasta. —Ben Okri (n. 1959)
La vita è piena di spine e non conosco altro rimedio che attraversarle in fretta. Più ci soffermiamo sulle nostre sfortune, più hanno il potere di farci del male. —Voltaire (1694–1778)