Ultimamente mi sono accorta che a volte mi preoccupo per il futuro, specialmente per quanto riguarda le questioni finanziarie. Per decine d’anni ho avuto la tendenza di dedicare tutta la mia attenzione e passione al presente, lasciando le sfide del futuro per quando sarebbero diventate le sfide del giorno, ma ho cominciato a riconoscere il bisogno di progettare e prepararmi per il futuro come meglio posso, pur continuando a confidare in Dio per tutto ciò che solo Lui può fare. È diventata un po’ una lotta tra la fiducia nel fattore Dio, che è sempre stata la carta vincente nel mazzo per gli ultimi trenta e più anni della mia vita, oppure cercare di escogitare nuove strategie per vincere la mano.

Poi ho avuto l’opportunità di partecipare a una conferenza nel centro di Baltimora, nel Maryland (USA). Ho potuto vedere fino a che punto la recessione aveva colpito, perché nelle strade c’erano molti senzatetto. Altri erano dipendenti dalle droghe o conducevano vite disperate. Quando in seguito abbiamo fatto un giro in auto per la città, abbiamo visto molti caseggiati poveri. Il ciclo della povertà e della disperazione in mezzo a una nazione del primo mondo era straziante.

L’autista del taxi che ci ha portato all’aeroporto dopo la conferenza era originario dell’Etiopia. Era negli USA solo da poco ed era chiaramente ansioso di fare buona impressione e guadagnarsi la tariffa. Quando gli abbiamo spiegato che eravamo stati missionari in molti paesi, il suo viso si è illuminato. Era cristiano anche lui e abbiamo avuto dei momenti piacevoli parlando della nostra fede e delle esperienze avute.

Ci ha spiegato che la sua chiesa finanziava cinque missionari in Etiopia, permettendo loro di predicare il vangelo. Ha detto che avevano avuto un grande successo nel fondare delle chiese, anche tra i loro connazionali musulmani. Ero curiosa di conoscere il segreto del loro successo.

Ci ha raccontato la storia dei missionari in Etiopia che negli anni passati avevano percorso centinaia di chilometri a piedi in tutto il paese, portando il messaggio della salvezza in villaggi e cittadine. Una volta consumate le scarpe, questi missionari continuavano a camminare a piedi nudi di villaggio in villaggio, tanto erano determinati a portare la buona notizia, tanto era grande il loro amore per i loro connazionali. Avevano scelto di sentirsi appagati e pieni di passione nella loro vocazione, anche quando erano privi di alcuni beni di prima necessità, come cibo e vestiti (1 Timoteo 6:8).

Il Signore ha promesso di provvedere ai nostri bisogni secondo le ricchezze della sua gloria (Filippesi 4:19) e non ha mancato di provvedere ai loro, così che hanno continuato a seguire fedelmente la loro chiamata. Hanno visto la ricompensa delle loro fatiche nei molti connazionali che hanno portato al Signore grazie a questa innegabile testimonianza di amore, di persone disposte a sacrificare comodità essenziali pur di parlare ad altri dell’amore di Dio. «Quanto sono belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone notizie, che annunzia la pace, che è araldo di notizie liete, che annunzia la salvezza» (Isaia 52:7).

Inutile dire che questo mi ha dato da pensare. Le mie preoccupazioni sembravano minuscole in confronto alle sfide affrontate da questi missionari africani. Ho avvertito la profonda consapevolezza che il Signore ha scelto di parlarmi attraverso questo fratello cristiano, per ricordarmi delle sue cure e della sua continua presenza nella mia vita.

In seguito, ho riflettuto su come la sua tenera attenzione mi abbia accompagnato per tutta la vita e continui a farlo oggi. Non ha mai mancato di provvedere a me e ai miei cari, in salute e malattia, in periodi buoni e periodi non tanto buoni, nel poco e nel tanto, nella vita e nella morte. Dio è stato fedele alla sua Parola e le sue promesse sono valide e affidabili come sempre. Come dice quel salmo: «Quant’è preziosa la tua benevolenza, o Dio: gli uomini si riparano all’ombra delle tue ali. Li sazi dei beni della tua casa e li disseti al fiume della tua grazia. In te è la sorgente della vita; quando ci illumini, viviamo nella luce» (Salmi 36:7-9).

Il futuro continua a incombere su di noi e occasionalmente mi chiedo come andranno le cose; ma ho trovato la pace divina nella consapevolezza che «so in chi ho riposto la mia fiducia e sono certo che Egli ha la potenza di custodire tutto ciò che mi ha affidato fino al giorno del suo ritorno» (2 Timoteo 1:12). Non ha mai mancato di tenere il mio presente, il mio futuro e il mio benessere nelle sue mani. Perché dovrebbe deludermi adesso o nei giorni a venire?

La fede in Dio è ancora la mano vincente, anche quando sono necessarie nuove strategie per il futuro. È un sollievo sapere che si prende sempre cura di noi e che possiamo stare all’ombra delle sue ali, al riparo delle sue promesse infallibili. Il fattore Dio è sempre la carta vincente nel mazzo.