Mi ero appena trasferita a Winnipeg, in Canada, e non avevano ancora installato la connessione a Internet nel mio appartamento, così stavo andando in un caffè lì vicino dove avrei potuto connettermi e svolgere un po’ di lavoro.
A metà strada, m’è venuto il dubbio di non aver preso il portafoglio, così mi sono fermata a controllare il mio zainetto. In quel momento ho sentito una botta alla caviglia e mi sono girata per vedere chi mi avesse «attaccato».
Immaginate la mia sorpresa quando ho visto il viso cordiale di un cieco, bastone bianco in mano, che si è subito scusato a profusione. Era difficile arrabbiarsi in quelle circostanze. L’uomo ha detto qualche altra parola poi ha proseguito il suo cammino.
Mi ero davvero dimenticata il portafoglio e sono ritornata nel mio appartamento per prenderlo. Mentre tornavo, ho riflettuto su questo strano breve incontro. Quello che mi colpito non era tanto la botta sulla caviglia, ma l’immagine di questo cieco che camminava con sicurezza sul marciapiede.
Ho cominciato a pensare alla mia vita e alla situazione in cui mi trovavo in quel momento. Ero in una città nuova, lontano da tutti i miei amici e dai colleghi con cui avevo lavorato per anni; stavo ancora imparando a muovermi in quell’ambiente. Dovevo trovare un lavoro, ma non ero nemmeno sicura di che tipo d’impiego volessi. Dovevo anche prendere diverse decisioni urgenti relative al lavoro. Sarei riuscita a lavorare e a frequentare l’università allo stesso tempo? Se no, su che cosa avrei dovuto concentrarmi? Quali avrebbero dovuto essere le mie priorità finanziarie e come avrei potuto sincronizzarle con i miei obiettivi a lungo termine? Per alcune delle mie domande non sapevo nemmeno da dove cominciare.
Trovarmi all’inizio di qualcosa di nuovo era emozionante ma allo stesso tempo inquietante. Le domande sembravano più abbondanti delle risposte.
Nella mia mente ho rivisto il cieco percorrere tranquillamente le strade del centro di Winnipeg, incapace di vedere dove stava andando, ma pur sempre in movimento — e con grande sicurezza. Se lui riesce a farlo e a trovare la strada, mi sono detta, allora posso farlo anch’io!
* * *
Il metodo più sicuro per arrivare a conoscere gli obiettivi eterni che Dio ha per noi è usare in modo corretto il momento presente. La volontà di Dio non giunge a noi intera, ma a frammenti, e in genere frammenti piccoli. È nostro compito metterli insieme. —Frederick W. Faber (1814–1863)