Il grande predicatore americano Dwight L. Moody descriveva il carattere di una persona con una frase sintetica: il tuo carattere è quel che sei quando è buio.
Tutti noi cristiani vorremmo essere sempre più maturi spiritualmente e più simili a Cristo. Con l’aiuto di Cristo, vogliamo diventare la persona giusta e abbandonare il peccato. A quel che siamo nei nostri momenti peggiori vogliamo sostituire una persona con un comportamento che manifesti i frutti dello Spirito: amore, bontà, gentilezza, autocontrollo e così via. 1
Essenzialmente vogliamo essere simili a Gesù, pensare come pensava Lui e comportarsi come si comportava Lui. La Bibbia ci incoraggia ad aspirare a seguire le orme di Gesù: «Chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come Lui si è comportato». 2 Vogliamo che il nostro carattere sia una testimonianza della verità divina, che gli altri ci osservino o no, e perfino nei nostri momenti più bui e difficili.
Formare e sviluppare caratteristiche virtuose non è qualcosa che s’impari semplicemente da un libro o da una predica. Non ci accade nel mezzo della notte né ci sorprende durante il giorno. Non succede automaticamente, per caso o all’improvviso. Come scrive Peter nel suo articolo a pag. 4: «Naturalmente c’è del lavoro da fare per diventare sempre più simili a Cristo».
L’apostolo Paolo fece un passo oltre quando scrisse che Dio può usare anche le difficoltà per rafforzare la nostra fede. Può darci conforto tenere in mente la sua trionfante affermazione: «C’è di più, siamo orgogliosi perfino dei dispiaceri, perché sappiamo che […] c’insegnano a essere pazienti. La pazienza ci rende forti nel carattere, e questa forza […] ci porta alla speranza». 3
Questo numero di Contatto esplora il tema delle virtù cristiane e sfida ognuno di noi a fare ogni giorno del nostro meglio per coltivarle.