Quando Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno ha amore più grande di quello di dare la vita per i suoi amici»,[Giovanni 15,13.] stava descrivendo la sua prossima morte sulla croce per salvare l’umanità. Gli avvenimenti successivi dimostrarono che era disposto a rinunciare a tutto per noi, i suoi amici. L’amore di Gesù è perfetto; la sua amicizia è perfetta.
A volte mi sono chiesto come mi comporterei se mi trovassi nella situazione di poter salvare una vita rinunciando alla mia; ma naturalmente so che è altamente improbabile che debba superare una prova tanto drammatica. Le sfide che potrei trovarmi di fronte sono molto più prosaiche e le opportunità che mi si offrono di «dare la vita» sono molto più pratiche.
Passo tempo con un amico che sta avendo delle difficoltà e non è particolarmente piacevole da frequentare in quei momenti, o accampo delle scuse per cercare di evitarlo? Faccio visita a un’amica ammalata, non soltanto una volta all’inizio, ma regolarmente, se necessario? Se ho un biglietto per una partita importante e il mio amico non l’ha trovato, sono disposto a cederlo a lui? Quando un mio amico ha un’incredibile opportunità di lavoro o di fare una vacanza, sono sinceramente felice per lui, o per lei, o sono geloso della sua fortuna? Quando le preferenze dei miei amici, per ristoranti in cui mangiare o attività da fare, sono diverse dalle mie, mi aspetto che siano sempre loro ad adattarsi ai miei desideri?
Simili opportunità per sacrifici “banali” si presentano quotidianamente e sono dei test di carattere più probabili di qualche ipotetico scenario di vita o di morte. Certamente non ci sono ancora arrivato, ma mentre lavoravo a questo numero di Contatto mi sono sentito ispirato a sforzarmi di più di essere il tipo di amico che, come dice la Bibbia, «ama in ogni tempo».[Proverbi 17,17.]