Nella storica Cappella di Wesley, a Londra, c’è una splendida vetrata su cui sono scritte le seguenti parole: «Se prendo le ali dell’alba e vado a dimorare all’estremità del mare, anche là la tua mano mi guiderà e la tua destra mi afferrerà».1
Gli uomini hanno sempre desiderato avere ali – un modo per librarsi sopra la loro esistenza terrena e i loro problemi. Sembra che sia nella natura umana sentirsi limitati e scontenti del “qui”. Le cose devono senz’altro essere più facili, luminose, migliori e più libere “là”, appena oltre la prossima collina.
C’è un altro versetto nel quale il Salmista fa eco a quel sentimento di «portami lontano da tutto»: «Oh, avessi io le ali come una colomba! Me ne volerei lontano per trovare riposo».2 Tuttavia sapeva anche il segreto per trovare quel posto meraviglioso lontano da tutto, e ce lo svela: «L’Eterno mi sostiene».3
Dio sostenne Davide in tutte le sue difficoltà e le sue prove e trasformò quei pesi in ali. «Quelli che sperano nell’Eterno acquistano nuove forze, s’innalzano con ali come aquile, corrono senza stancarsi e camminano senza affaticarsi».4
Quando ci rivolgiamo alla Parola di Dio e aspettiamo in preghiera finché Lui tocca la nostra anima, ci innalziamo verso mondi di pace e riposo e siamo veramente «sostenuti dall’Eterno».
Questo vecchio mondo cerca di buttarci a terra, ma c’è una spinta verso l’alto che ci avvicina al cuore di Dio. Se leggi la sua Parola, se ti confidi con Lui e aspetti che ti parli, troverai tutta la forza di cui hai bisogno. Molta gente, però, cerca di correre con le proprie forze, sperando di sormontare le difficoltà in quel modo; dà più importanza ai piedi che alle ali. Ma rileggi quel versetto: correre e camminare arriva dopo il rinnovamento. Che possibilità ha la tua anima, se non ti prendi mai quei momenti per collegarti a Dio e trarre forza da Lui? «Attendi l’Eterno; sii forte, ed Egli conforterà il tuo cuore».5