È facile ascoltare i consigli degli altri e trasformarci in qualcosa che non siamo; smettere di essere le persone uniche e straordinarie che siamo e basare la nostra autostima su quello che pensano gli altri invece di quello che pensa Dio.

Era venuta a trovarci un’anziana parente. «Una signora non ride a bocca aperta, gettando indietro la testa e dando a tutti i presenti lo spettacolo delle sue tonsille», fu il suo consiglio.

Ci rimasi malissimo. «Davvero rido così?»

Mi imitò in maniera davvero impressionante.

Cominciai a stare attenta. Mi sorprendevo a ridere, godendomi quei momenti, ma poi mi tornavano in mente le parole e l’imitazione della mia parente. Così chiudevo un po’ la bocca per evitare agli spettatori la vista dei miei molari, abbassavo il mento per guardare dritto davanti a me e cercavo di rilassare le labbra perché assumessero una forma e un’espressione più controllate.

Volevo godermi la vita e ridere con abbandono, ma il disagio mi perseguitava e mi privava della mia gioia. «Un cuore allegro è una buona medicina, ma uno spirito abbattuto inaridisce le ossa».[Proverbi 17,22.]

Poi un giorno me ne dimenticai e mi misi a ridere come facevo prima. Il sole continuò a brillare. Nessuno disse che le mie tonsille avevano una forma insolita. Nessuno si allontanò da me dandomi della iena. Ricominciai a ridere liberamente, godendomi il suono e il ritmo.

Un giorno che ero in Irlanda con la mia famiglia, mia figlia, che adora scattare istantanee spontanee, mi fece una foto mentre ridevo. Be’, è una delle mie foto preferite.

C’eravamo fermati su un marciapiede mentre visitavamo Dublino e cominciammo a scherzare tra di noi. Nella foto sto ridendo con mio padre. Ho un braccio teso per toccarlo, la testa piegata all’indietro, la bocca spalancata e sto ridendo. Non solo con un suono, non solo con le labbra, ma con tutto il corpo. Con tutto lo spirito.

Il Salmo 4,7 dice: «Tu mi hai messo più gioia nel cuore di quanto ne provano essi, quando il loro grano e il loro mosto abbondano». È così che voglio affrontare la vita: ridendo. Ridendo sinceramente e godendomi questa vita temporanea, confusa e tuttavia misteriosa, che è il dono che Dio mi ha fatto. Voglio ridere con abbandono perché Dio è dalla mia parte e anche perché Lui ha un buon senso dell’umorismo. Basta vedere come ha fatto l’ornitorinco.