La notte in cui nacque Gesù, racconta Luca, c’erano dei pastori che curavano le greggi nei campi lì vicino. Un angelo apparve ad annunciare la nascita del Salvatore, poi il cielo s’illuminò, con una moltitudine di angeli che lodavano Dio e dicevano: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama».1

Quella notte segnò un nuovo inizio nel rapporto tra Dio e l’umanità. La nascita di Gesù a Betlemme fu la fine di un’era dominata dal peccato e l’inizio di un nuovo capitolo colmo di guarigione, perdono e la promessa di redenzione e di una ripartenza per tutti quelli che ricevono Gesù come Signore e Salvatore.

Il Natale è una festività, ma può anche essere un momento di riflessione, scoperta e cambiamento. Scommetto che la vita dei pastori non fu più la stessa dopo quella notte; nemmeno la vita di innumerevoli milioni di persone è stata la stessa dopo quel momento.

A livello personale, questa illustrazione di un nuovo inizio può essere applicata anche a me. Dopo una dozzina d’anni in cui son stato impegnato nella produzione della rivista Contatto, questo è il mio ultimo numero come editore. Non preoccupatevi, però. Contatto ritornerà il mese prossimo, con Gabriel e Sally García come editori. Non vedo l’ora di continuare a seguire la sua storia.

Insieme a tutti qui a Contatto, vi auguro un felicissimo Natale e un anno nuovo pieno delle benedizioni e delle attenzioni divine.

  1. Luca 2,14 CEI