Durante le mie lezioni di letteratura alle superiori, abbiamo studiato l’opera teatrale A porte chiuse, di Jean Paul Sarte, in cui le persone all’inferno sono chiuse in una stanza e non hanno altro da fare che impegnarsi in discussioni inutili e prive di significato.

Una volta ho letto un articolo in cui l’inferno è un istituto simile ad un ospedale tirato a lucido, con stanze piene di persone coinvolte per lo più nelle stesse cose che facevano sulla terra, ma senza alcuna speranza di concludere qualcosa di proficuo: scienziati impegnati in esperimenti interminabili che non portano a risultati; soldati che combattono guerre senza fine; treni che non raggiungono mai la loro destinazione e razzi che non si alzano mai dal suolo. Niente arriva mai a una conclusione. Nell’Inferno, la prima parte della Divina commedia di Dante, parte dell’inferno è rappresentata da una catena montuosa senza fine che uno deve continuare a scalare, una cima dopo l’altra.

Il paradiso invece è tutto il contrario. Secondo la Bibbia, il paradiso è un luogo di pace eterna, bellezza, lavoro costruttivo e appagamento. Proveremo una gioia completa vivendo alla presenza di Dio e in compagnia di tutti noi.1 Ciò è in assoluto contrasto con il luogo comune di anime beate che passano l’eternità fluttuando sulle nuvole e suonando oziosamente l’arpa.

La gioia che ci aspettiamo di avere in paradiso può cominciare adesso. Nel Padre Nostro, Gesù prega il Padre: «Venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, in cielo come in terra».2 Un’altra volta, quando gli chiesero quando sarebbe arrivato il regno di Dio, rispose: «Il regno di Dio non viene in maniera che si possa osservare; poiché, ecco, il regno di Dio è dentro di voi».3 In altre parole, è già qui nel nostro cuore – o può esserlo.

Un dizionario del 1821 dà questa definizione di “vita”: «I piaceri o le benedizioni della vita presente; gioia suprema; eterna felicità in paradiso». Anche qui spiega che la troviamo sia qui, nel presente, che là, nel futuro.

L’apostolo Giovanni la mette su un piano più personale, dicendo: «Questa è la vita eterna, che conoscano te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che tu hai mandato».4

Conoscere Gesù personalmente significa avere un anticipo del paradiso.

C’è un modo per uscire da futilità e incertezza. Gesù può darti un senso e uno scopo nuovo, cominciando dal momento in cui lo inviti nella tua vita:

Caro Gesù, ti prego di perdonare tutti i miei peccati. Credo che sei morto per me. Apro la porta del mio cuore e ti invito nella mia vita. Riempimi del tuo amore e dello Spirito Santo, aiutami a conoscerti e guidami sulla via della verità. Amen.

  1. Vedi Apocalisse 21,4-7
  2. Matteo 6,10
  3. Luca 17,20-21
  4. Giovanni 17,3