Avevo ventun anni quando lessi la Bibbia per la prima volta. Qualcuno mi aveva suggerito di leggere prima il Vangelo di Giovanni, ma a quell’epoca conoscevo così poco la Bibbia che non avevo capito che i Vangeli erano quattro racconti separati sulla vita e sulla missione di Gesù, così cominciai dal punto che sembrava più logico: all’inizio del Nuovo Testamento, con il Vangelo di Matteo.

Quando arrivai al Vangelo di Giovanni ero ormai affascinato da Gesù. Aveva la risposta perfetta a ogni domanda e sapeva sempre esattamente cosa fare. Meglio ancora, sembrava che mi capisse e sapesse esattamente di cosa avevo bisogno. Mi sono reso conto che le sue parole sono poderose e vive, che Lui è vivo!

Le sue parole si protendevano oltre quasi duemila anni e mi toccarono come non mi era mai successo prima. Quando finalmente arrivai al versetto in Giovanni 15,15 – «ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre mio» – mi sembrò che parlasse direttamente a me. Gesù chiamava me suo amico! Mi commossi talmente tanto che non riuscivo a stare seduto. Volevo raccontarlo al mondo intero.

Alcuni mesi prima avevo pregato per riceverlo come mio Salvatore, ma nella mia vita non era cambiato molto finché non avevo cominciato a leggere la sua Parola con un cuore aperto e ricettivo. Le sue parole sono potenti, vive e soprattutto personali. Scoprii che Gesù parla ancora direttamente e personalmente ai suoi seguaci di oggi tramite la sua Parola e ci offre una guida per la vita.