Capisco le prove del cuore dell’uomo, le profondità della disperazione e dello scoraggiamento. Capisco le profondità del distacco, perché dovetti lasciare mio Padre per venire sulla terra, poi dovetti abbandonare le persone che amavo sulla terra per ritornare da mio Padre.

Capisco la profondità della pena e dell’afflizione, perché gridai di dolore quando i chiodi mi trafissero le mani e i piedi. Capisco la sensazione di essere abbandonato da chi ci ama, perché lo fui perfino da mio Padre e per questo gridai: “Mio Dio, mio Dio! Perché mi hai abbandonato?” 1

Capisco la profondità della paura – la paura di affrontare quel che ci sta davanti, per il dolore e la pena che porterà. Capisco la profondità del sentirsi abbandonati, perché le persone che mi amavano di più mi abbandonarono quando fui trascinato in prigione. Conosco la profondità del dolore nel vedere il tradimento di una persona cui vuoi bene, perché uno dei miei stessi amici mi tradì con un bacio.

Nonostante mio Padre non avesse allontanato da me quel calice, nonostante i miei cari fossero fuggiti da me nel momento della difficoltà, nonostante i chiodi mi avessero bucato le mani e i piedi, nonostante fossi stato percosso, nonostante mi fossi sentito abbandonato da mio Padre – tutto contribuì a portare vittoria, rinnovamento e salvezza!

Sembrò una sconfitta che Io fossi flagellato, che mi fosse posta in capo una corona di spine e che fossi inchiodato alla croce, tuttavia ciò cambiò il corso della storia e tutta l’eternità.

Quando la vita sembra immersa nel buio e non riesci più a vedere, Io ti stringo fra le mie braccia, come mio Padre mi strinse fra le sue. Ti chiedo di confidare in me nelle profondità, nei tuoi dolori e nei momenti di bisogno, perché grazie al mio sacrificio anche tu avrai una splendida risurrezione.

  1. Matteo 27,46.