Cominciò tutto quando cedemmo alle implorazioni dei nostri figli e comprammo un coniglietto molto carino. All’inizio era troppo piccolo per essere lasciato fuori in giardino da solo mentre i bambini erano a scuola, ma non poteva nemmeno restare chiuso in gabbia tutto il giorno senza fare moto.

Così toccò a me portarlo fuori in giardino tutti i giorni. Ben presto divenne per noi un piccolo rituale. Ogni volta che aprivo la porta al mattino, dalla sua gabbia proveniva un tonfo, come se volesse dire: «Ti stavo aspettando!» Appena lo mettevo a terra, saltellava qua e là allegramente, dimostrando la sua gioia per essere vivo.

Vedere com’era facile per lui essere felice, mi aiutava a rilassarmi e a godermi anch’io l’aria aperta. Soffermandomi ad assorbire il cielo tranquillo e a respirare profondamente l’aria fresca, potevo sentire la tensione allentarsi e il mio cuore risollevarsi.

Scoprii di potermi lasciare alle spalle dentro casa tutto il mio lavoro, le mie preoccupazioni e le tensioni. In giardino potevo godermi la serenità immutabile della creazione di Dio e tutti quei problemi mondani sembravano piccoli e insignificanti. Ogni mattina gli alberi e i cespugli si ripresentavano come se fossero nuovi, adornati dal luccichio della rugiada. Mi sentivo attratta dalla loro freschezza, per assorbirla ed esserne rinnovata anch’io.

Cominciai a portare con me la Bibbia, da leggere mentre il coniglio mangiucchiava erba e fiori. Leggendo un salmo ogni giorno, mi resi conto che Re Davide assomigliava molto a me. Anche lui affrontava ostacoli e difficoltà, si sentiva depresso e si preoccupava. Ogni volta, però, trionfava su di essi lodando Dio e meditando sulla sua bontà.

Ecco che pensavo di fare un favore al nostro coniglietto, portandolo fuori in giardino ogni mattina, ma in realtà anch’io ero invitata fuori nei pascoli verdi e lungo le acque riposanti, perché Dio potesse ristorare la mia anima.[Vedi Salmi 23,2–3.]

Adesso il coniglio è cresciuto abbastanza da poter restare fuori in giardino da solo; comunque ho scoperto che non posso fare a meno dei miei momenti nel giardino con Dio. Ho imparato a «saltellare di gioia» — proprio come il coniglio — e a essere grata anche solo di essere viva e far parte della creazione di Dio.