Una delle mie storie bibliche preferite è stata anche una luce che mi ha guidato fin da quando ho iniziato a lavorare come volontaria in paesi lontani nel 1978. Da allora mi è servito sia da promessa su cui potevo contare, sia da suggerimento che non potevo ignorare.

Ecco la storia: Dio ha mandato la siccità per punire Israele per la sua malvagità; il ruscello vicino al quale si era accampato il profeta Elia si era seccato, la sua fonte di cibo s’era interrotta. Dio gli disse di andare in una cittadina chiamata Sarepta, dove avrebbe incontrato una vedova di buon cuore e piena di fede in Dio, che si sarebbe occupata di lui mentre continuava il suo ministero.

Mentre si avvicinava alla città, Elia incontrò una donna che raccoglieva rami secchi vicino alle porte e sentì che era quella di cui aveva parlato Dio. Stanco e affamato, le chiese un po’ d’acqua e un pezzo di pane.

Lei lo fissò incredula e spiegò che non le rimaneva niente, tranne un po’ farina e di olio per fare un ultima pagnotta per sé e per suo figlio. Si aspettava che fosse l’ultimo pasto prima di morire di fame.

A quel punto Elia le chiese un favore impossibile: «Prima fai una pagnotta per me, poi per te e per tuo figlio». Le assicurò che Dio avrebbe benedetto quel sacrificio altruista: «La farina nel vaso non si esaurirà e l’olio nel vasetto non calerà, fino al giorno che il Signore manderà la pioggia sulla terra».[1 Re 17,14 NR.] La vedova fece come le aveva chiesto e di fatto la Bibbia dice che da quel momento la farina e l’olio non si esaurirono e ci fu cibo a sufficienza per lei e per suo figlio durante il resto della carestia. Dio mantenne la sua promessa.[Vedi 1 Re 17,7–16.]

Riflettendo sui miei molti anni di volontariato con pochissimi soldi, mi rendo conto che anch’io ho una storia simile da raccontare. A volte si tratta di una madre single disoccupata e dei suoi bambini, o di un gruppo di persone anziane indigenti che incontriamo durante un viaggio missionario nelle zone rurali, o di uno straniero derubato e bloccato nel paese, o di alcuni orfani affamati che sopravvivono a malapena in istituti privi di soldi , o una vicina rimasta senza qualcosa, e via di seguito.

In Kenya, la scelta di dare o rifiutare si presenta molte volte al giorno, anche quando stiamo già raschiando il fondo del barile anche noi. Con sette figli da crescere, spesso ho sentito di avere una scusa legittima per non dare; ma poi Dio tocca il mio cuore e mi sento costretta a cercare di aiutare chi ha bisogno.

Fino a oggi, dopo trentacinque anni di questa generosità pazza, abbiamo ancora a sufficienza. La nostra dispensa è come il vaso di farina della vedova, che non si è mai svuotato, e il serbatoio della nostra jeep, come il suo vaso dell’olio, non si è mai asciugato. Il ciclo del dare trova la sua ricompensa, poi trabocca sugli altri e continuiamo a dare, solo per essere nuovamente riempiti dalla bontà divina.

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Tutti possono essere grandi … perché tutti possono servire. Non è necessario avere una laurea per servire. Non è necessario saper coniugare bene i verbi per servire. Basta avere un cuore pieno di grazia, un’anima rigenerata dall’amore. —Martin Luther King Jr. (1929–1968)

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Interessi quotidiani

“Porta questo cesto di verdura fresca a quella povera vedova che vive in periferia”, disse il vecchio calzolaio al giovane apprendista. Per andare avanti, il calzolaio lavorava duramente e coltivava un orticello. Eppure, nonostante le difficoltà, spartiva sempre con gli altri quel poco che aveva.

“Come puoi permetterti di dare tanto?” gli fu chiesto.

“Io non do via niente”, rispose lui, “lo presto al Signore, che mi ripaga abbondantemente. Mi mette in imbarazzo chi mi definisce generoso, quando in realtà ricevo così tanto in cambio. Molto tempo fa, quando ero realmente povero, vidi un uomo più povero di me. Volevo aiutarlo, ma non sapevo come avrei potuto permettermelo. Lo feci comunque, e il Signore poi ha aiutato me. Da allora ho sempre avuto lavoro e l’orto ha sempre prodotto bene. Da quel momento non ho mai esitato ad aiutare chi ha bisogno. Anche se dovessi dare tutto ciò che possiedo, il Signore non mi lascerebbe morire di fame. È come mettere dei soldi in banca, con la differenza che questa banca — la Banca del Cielo — non va mai in fallimento e frutta interessi ogni giorno”.