Quest’anno abbiamo visto un numero senza precedenti di vite sconvolte dalla crisi sanitaria del COVID-19, troppe delle quali ne sono ancora interessate.

Chi è rimasto in prima linea a combattere eroicamente la malattia e ha continuati a fornire servizi essenziali ha subito livelli inimmaginabili di stress; abbiamo un enorme debito di gratitudine nei loro confronti. Nel frattempo, chi è rimasto a casa a lavorare “in remoto” in linea di massima ha scoperto che le pressioni nella sua vita non sono state minori di quanto lo fossero prima. Naturalmente poi è stato particolarmente difficile per chi ha perso delle persone care prima del tempo, o ha perso lavoro ed entrate quando le aziende hanno chiuso e le economie hanno traballato. E infine, con i parchi gioco, i parchi di divertimento e le spiagge chiuse, molti bambini probabilmente non hanno potuto avere le vacanze scolastiche che avevano sperato.

Mentre il sole comincia a calare su questo anno, possiamo cominciare a prendere in esame come l’abbiamo vissuto — e non penso che ricorderemo il 2020 come lo scorrere di un fiume calmo e placido. Non è stato un anni di “grandi successi” in senso tradizionale, ma è certamente stato un buon anno per reagire alle avversità. Ognuno di noi, nella sua situazione e nelle sue circostanze, ha dovuto affrontare timori per la salute, preoccupazioni per famiglia e persone care, studi interrotti, perdite di lavoro, incertezze finanziarie, solitudine — e come minimo ha cominciato a dare i numeri per il suo confinamento. Speriamo almeno di poterci guardare indietro e di vedere in che modo siamo cresciuti e migliorati.

Gesù conosceva bene i momenti di stress. Il Vangelo di Marco descrive un sabato all’inizio del ministero di Gesù, quando era stato appena battezzato da Giovanni. Comincia la giornata predicando nella sinagoga di Cafarnao, poi scaccia uno spirito immondo. In seguito entra nella casa del suo discepolo Pietro e “subito” gli dicono che sua suocera ha la febbre, così guarisce anche lei. Quella sera poi guarisce tutti i malati in città.1 E dalla lettura dei Vangeli si ha l’impressione che giorni come questo non fossero fuori dalla norma per Gesù.

Come faceva? Scopriamo il segreto nel versetto successivo: «La mattina, mentre era ancora notte, Gesù si alzò, uscì e se ne andò in un luogo deserto; e là pregava».2 Può darsi che fosse esausto fisicamente, ma riconosce il bisogno di un rinnovo spirituale più che del riposo fisico.

Questo numero di Contatto fornisce informazioni e suggerimenti pratici a chiunque di noi abbia problemi di superlavoro e stress, tra questi un articolo sulla gestione del tempo (pp. 4–6). Non dimentichiamo gli aspetti spirituali di una vita piena di successo ed equilibrio: principalmente la preghiera e un rapporto con nostro Padre.

Dio protegga te e i tuoi all’ombra delle sue ali e continui a guidare le vostre vite.

  1. Vedi Marco 1.21–34
  2. Marco 1,35 NR