Forse avete sentito parlare del “frutto miracoloso”, il Synsepalum, una piccola, sorprendente bacca rossa originaria dell’Africa orientale, che dona un gusto dolce a cibi aspri come gli agrumi o alle salse piccanti. Una giornalista che ha provato questo frutto miracoloso ha scritto: «Affondando i denti in un limone, mi preparai a fare una smorfia per il gusto acido che avrebbe aggredito le mie papille gustative. Invece, quasi incredibilmente, non sentii nessun sapore aspro. Quel frutto acido sembrava dolce come una torta di meringa. Era una sensazione surreale, come se stessi assaggiando il risultato di qualche preoccupante modifica genetica. Tuttavia era naturale al cento per cento, era l’effetto incredibile del “frutto miracoloso”».1 1

In un certo senso la gratitudine è come il frutto miracoloso. Quando ce ne riempiamo il cuore e la mente, cambia il nostro modo di sperimentare le cose; anche le esperienze più aspre ci sembrano dolci.

La scrittrice Melody Beattie ha commentato: «La gratitudine apre la vita nella sua pienezza. Fa sì che ciò che abbiamo ci basti e avanzi. Trasforma il rifiuto in accettazione, il caos in ordine, la confusione in chiarezza. Può trasformare un pasto in un banchetto, una casa in un focolare domestico, un estraneo in un amico. La gratitudine dona un senso al passato, porta pace al presente e offre un senso al futuro».

Questo mese, cerchiamo di prestare attenzione alle cose di cui possiamo essere grati. Dopo aver letto gli articoli di questo numero di Contatto, scommetto che vedremo ottimi risultati.

  1. “Da un articolo di Liz Todd, 7 giugno 2008, Daily Mail