Ho vissuto in una città piena di cabine telefoniche in disuso. Obsolete e abbandonate, rimangono lì vuote e silenziose, lugubri memorie della loro precedente utilità, e si limitano a occupare spazio sui marciapiedi, completamente inutili tranne che per alcuni ragni sempre pronti a tessere le loro tele negli angoli più nascosti. Fino a dieci o venti anni fa, queste cabine erano mezzi di comunicazione essenziali. Ora, rimpiazzate dai telefoni cellulari, queste reliquie del passato non sono degne di conservazione né di rimozione.

Queste vecchie cabine mi rattristano. Mi ricordano persone rimaste nel passato perché non potevano o non volevano adattarsi al nuovo. Chiunque di noi può ridursi così. Se prestiamo più attenzione al passato che al presente o al futuro, perderemo di vista il mondo intorno a noi e resteremo indietro. Il mondo è in perenne cambiamento e dobbiamo essere pronti a cambiare insieme a esso, per imparare cose nuove e sforzarci costantemente di fare progressi. Questo vale sia per la nostra vita fisica che per quella spirituale.

L’anno scorso è stato pieno di esperienze nuove per me. Il cambiamento spesso è difficile, ma ho scoperto che di solito mi fa bene. Mi sono dovuto adattare alla nuova località e alla nuova situazione e nel farlo ho acquisito altre capacità.

Per la natura umana sembra normale desiderare la staticità, ma il modo in cui facevamo le cose ieri spesso non è più adatto alle necessità odierne. Che noi cambiamo con il tempo o no, quello che era all’avanguardia ieri spesso rimane indietro oggi. Basta guardare il mondo in rapido cambiamento degli apparecchi elettronici per capire cosa voglio dire. Recentemente ho dato un’occhiata ad alcuni vecchi numeri di una rivista di elettronica e non ho potuto fare a meno di ridere davanti ai prodotti che erano stati accolti come “innovativi” e che ora sono sorpassati.

Come dice il proverbio, «chi ha tempo non aspetti tempo». Meglio muoversi adesso.