Alcune persone vivono in un’incertezza eterna. Indipendentemente da ciò che fanno o non fanno, non sono mai sicure se andranno in Cielo quando moriranno. È sufficiente a far venire un esaurimento nervoso a chiunque – anzi, ho letto di un uomo cui è successo davvero.
Aveva accolto Gesù come suo Salvatore e faceva del suo meglio per vivere secondo gli insegnamenti del Signore, ma aveva scoperto che non riusciva mai a far contenti gli altri, a vivere nel modo che loro ritenevano necessario per meritarsi la salvezza. Secondo loro, ogni volta che faceva uno sbaglio o aveva un pensiero poco santo, perdeva la salvezza e si ritrovava al punto di partenza: un peccatore perduto.
Finì per farsi venire un esaurimento nervoso e fu ricoverato in un ospedale, dove passò gran parte del tempo a leggere la Bibbia. Un giorno lesse l’Epistola agli Efesini 2:8-9: «Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti» – e finalmente capì. La salvezza non dipendeva da ciò che aveva fatto o avrebbe potuto fare, ma solo dal credere che Gesù era morto per i peccatori come lui. Questa verità tanto semplice lo colpì tanto, che si sentì immediatamente bene e cominciò a parlare a tutti della sua scoperta: «Lo sai che tutto ciò che devi fare per essere salvato è credere e basta? Tutto lì! La grazia divina più la tua fede più niente!
E aveva ragione. Noi siamo salvati per grazia mediante la fede, non per opere buone o per la nostra perfezione, o per le penitenze fatte o per l’osservanza di un elenco infinito di imposizioni o divieti. E come siamo salvati per grazia, siamo anche mantenuti salvi per grazia. Non dobbiamo aver paura di perdere la salvezza, perché è impossibile. Una volta salvi, per sempre salvi!