Ci sono innumerevoli storie e parabole che parlano di come dei piccoli inizi abbiano portato a cose più grandi. Questa la mia storia personale.
È stato il commento di un estraneo a farmi pensare a un cambio di direzione nel servizio sociale in cui ero impegnata a quel tempo. Il posto dove avevamo operato non aveva offerto molti risultati permanenti e i risultati delle nostre fatiche non erano stati all’altezza delle nostre speranze. I nostri sforzi sembravano sprecati e il lavoro era diventato sempre più frustrante.
Non avevo un’idea esatta di cosa fosse necessario cambiare, ma un giorno, quando meno me l’aspettavo, ho fatto un incontro che ha messo in moto le cose. Mentre ero in attesa nella sala d’attesa di un ufficio, ho cominciato a parlare con un estraneo. Era un uomo d’affari africano e parlava con affetto del suo paese, degli splendidi panorami, della gente, ma anche del suo squilibrio sociale e della sua povertà.
Più tardi, ripensando a questo incontro, mi son resa conto che un piccolo seme era stato piantato nel terreno fertile della mia mente. All’inizio era solo un accenno, ma quando gli ho dato piena attenzione ha cominciato a germogliare. Ben presto l’idea si è trasformata in un piano che all’inizio era terrificante ma stuzzicante, specialmente perché comportava un enorme cambiamento di località e modi d’operazione. Dopo aver pregato e riflettuto su quella possibilità, abbiamo lentamente sviluppato un piano e ci siamo messi all’opera. Con alcuni passi piccoli e timidi ci siamo mossi nella direzione apparentemente spaventosa che Dio ci stava indicando. La fase di consolidazione in un territorio nuovo era cominciata.
Negli stadi iniziali dell’organizzazione di un progetto comunitario in un paese africano, la nostra fede, la nostra risolutezza e la nostra pazienza son state messe alla prova. Abbiamo dovuto superare sfide innumerevoli e ostacoli imprevisti. Alla fine dopo diversi anni di esperimenti ed errori, la nostra opera ora celebra il suo ventisettesimo anno di servizio in alcune comunità marginalizzate. Da quei primi passi incerti e quei piccoli inizi, ora migliaia di famiglie povere sono state aiutate, bambini abbandonati hanno ricevuto un’istruzione seguita da opportunità di lavoro e innumerevoli vite sono state cambiate in meglio.
Da allora ho imparato a non sottovalutare il potere di un pensiero, di un’idea nuova o di un sogno che Dio impianta nel nostro cuore e che ci suggerisce di muoverci in una certa direzione, seguendo la quale possiamo arrivare a cose nuove e più grandi. Questo mi ricorda una storia che ho letto da poco.
La prima «carrozza senza cavalli» fu costruita nel 1769 da un francese di nome Nichola Joseph Cugnot. Era un enorme affusto di cannone su tre ruote, mosso a vapore, che viaggiava alla velocità rompicollo di 3,6 km all’ora.
Immagino che all’epoca pochi vedessero molti vantaggi nella carrozza senza cavalli di Cugnot. Era molto costosa e rumorosa; non riusciva a tenere il passo neanche del ronzino più vecchio. Tuttavia da quella carrozza senza cavalli nacque una rivoluzione. A volte dobbiamo ricordare a noi stessi che va benissimo iniziare dal poco, con un’idea che sembra pazza, e poi vedere se da quella visione embrionica potrà nascere qualcosa di grande.1
Ecco come Gesù ha sottolineato la capacità delle piccole cose di diventare grandi:
«Egli propose loro un’altra parabola, dicendo: “Il regno dei cieli è simile a un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi; ma, quando è cresciuto, è maggiore degli ortaggi e diventa un albero; tanto che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i suoi rami”. Disse loro un’altra parabola: “Il regno dei cieli è simile al lievito che una donna prende e nasconde in tre misure di farina, finché la pasta sia tutta lievitata”».2
Prestando attenzione ai “sussurri” di Dio nel nostro cuore e restando in contatto con il suo piano per la nostra vita, anche ciò che sembra impossibile diventa realtà.
- Vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Nicolas_Cugnot ↑
- Matteo 13,31-33 NR ↑