C’è una storia riguardante William Gladstone, un famoso cristiano che fu quattro volte primo ministro inglese e uno degli statisti più famosi dell’Inghilterra dell’800. Quando saliva la scalinata del Parlamento, spesso si fermava a parlare della buona notizia di Gesù al piccolo strillone che si trovava lì a vendere giornali.
Un giorno, mentre si recava al parlamento insieme al suo segretario, un altro strillone gli corse incontro dicendo: «Scusi, signore. Ieri il ragazzo che vende i giornali qui è stato investito da una carrozza ed è gravemente ferito. Sta per morire e mi ha chiesto di chiamarla per aiutarlo a entrare». Il ministro chiese: «Che cosa intendi per “aiutarlo a entrare”?» E il ragazzo rispose: «Sa… entrare in cielo!»
Il suo segretario protestò: «Lei non ha il tempo di andare a trovare uno strillone moribondo! Sa com’è importante il discorso che deve fare oggi. Potrebbe cambiare il corso della storia inglese!»
Gladstone esitò solo un momento, poi disse: «Una sola anima immortale vale più del mio discorso in Parlamento». Così si recò nella piccola soffitta dove lo strillone giaceva in un angolo, moribondo, su un materasso sottile. Con le lacrime che gli rigavano le guance, Gladstone guidò il ragazzo in preghiera per ricevere Gesù come suo Signore e Salvatore. Il ragazzo guardò fisso il volto di quel grande uomo e sussurrò: «Sapevo che sarebbe venuto. Grazie per avermi fatto entrare». Poi chiuse gli occhi e andò a incontrare Gesù.
Tu ed io forse non facciamo parte di un corpo diplomatico terreno, ma dovunque siamo o da dovunque proveniamo, se abbiamo Gesù, dobbiamo essere i suoi ambasciatori e Lui dipende da noi per far vedere al mondo chi è. Gesù disse: «Come il Padre ha mandato me, così io mando voi» (Giovanni 20:21) e l’apostolo Paolo scrisse: «Noi siamo ambasciatori di Cristo, ed è come se Dio si servisse di noi per parlarvi» (2 Corinzi 5:20). Cerchiamo di essere fedeli alla nostra chiamata di portare il vangelo e l’amore di Cristo a più persone possibile.