Per gli storici, i fatti riguardanti Gesù sono chiari ed evidenti come quelli che riguardano Giulio Cesare. Non solo troviamo un suo ritratto accurato nei documenti del Nuovo Testamento, ma decine di antichi manoscritti non biblici confermano che Gesù fu un personaggio storico genuino che visse in Palestina nella prima metà del primo secolo.
Se ci fosse un aggettivo adatto a descrivere Gesù, sarebbe “unico”. Il suo messaggio era unico. Le affermazioni che fece su se stesso erano uniche. I suoi miracoli furono unici. Nessuno ha mai superato l’influenza che Lui ha avuto sul mondo.
Un aspetto notevole e indubbiamente unico della vita di Gesù è che letteralmente centinaia di predizioni e profezie furono fatte centinaia di anni prima della sua nascita – particolari specifici riguardanti la sua nascita, vita e morte, che nessun mortale avrebbe potuto adempire. Nell’Antico Testamento possiamo trovare oltre trecento di queste predizioni sul «Messia» o «Salvatore», scritte secoli prima della sua nascita.
Nel 750 a.C., il profeta Isaia profetizzò che «il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio e gli porrà nome Emmanuele» (Isaia 7:14). Sette secoli e mezzo più tardi, una giovane vergine israelita di nome Maria ricevette la vista dell’angelo Gabriele, che le annunciò che avrebbe avuto un figlio che sarebbe stato chiamato Emmanuele, che significa «Dio con noi».
Come il Nuovo Testamento racconta, «Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?” L’angelo le rispose: “Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio”» ( Luca 1,26-35).
Quando iniziò il suo ministero terreno, andò ovunque facendo del bene: aiutò gli altri, amò i bambini, guarì i cuori infranti, diede forza ai corpi stanchi e portò l’Amore di Dio a quanti poteva. Non si limitò a predicare il suo messaggio, ma lo visse tra di noi, come uno di noi. Non solo si prese cura dei bisogni spirituali delle persone, ma si occupò anche per gran parte del suo tempo delle loro necessità fisiche e materiali: guarì miracolosamente i malati, diede la vista ai ciechi e l’udito ai sordi, risanò i lebbrosi, risuscitò i morti. Diede da mangiare alle moltitudini affamate e fece tutto il possibile per condividere la sua vita e il suo amore.
Appena prima di essere arrestato e crocifisso, sapendo che si sarebbe presto riunito con il suo Padre celeste, Gesù pregò: «E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse … poiché tu mi hai amato prima della fondazione del mondo» (Giovanni 17:5,24).
Il Figlio di Dio si spogliò volontariamente del suo potere illimitato per divenire un neonato piccolo e indifeso. La fonte di tutta la saggezza e conoscenza dovette studiare per imparare a leggere e scrivere. Lasciò il suo trono in cielo, dove innumerevoli angeli lo adoravano, dove tutte le forze dell’universo erano al suo comando, e adottò la condizione di servo. Fu sbeffeggiato, schernito, perseguitato e infine ucciso dalle stesse persone che era venuto a salvare.
La Bibbia ci dice che Gesù è un «sommo sacerdote che sa compatire le nostre infermità, essendo stato tentato in ogni cosa come noi, senza peccato» (Ebrei 4:15). Immagina! Il Figlio di Dio divenne letteralmente un cittadino di questo mondo, un membro dell’umanità, per redimerci con il suo amore, per darci un’espressione tangibile della sua compassione e del suo interesse, per aiutarci a capire la sua verità.
Nel profondo del cuore, la maggior parte delle persone sa che nella loro vita manca qualcosa. Esteriormente può sembrare che abbiano tutto – denaro, posizione, amici, tutte le cose che dovrebbero renderle felici – eppure hanno ancora un vuoto interiore, una fame che niente riesce a soddisfare. Gesù affermò di essere il pane della vita che sazierà «la fame e la sete» (Vedi Giovanni 6:35.) del nostro cuore. La solitudine, il vuoto e l’insoddisfazione, così comuni nel cuore umano, lasceranno posto a una pace e una gioia durature quando arriveremo a Lui.
Gesù, la sua vita e i suoi insegnamenti sono universali. Dio mandò suo Figlio per farsi conoscere da tutti gli uomini, tutte le nazioni, tutti i popoli, e per darci liberamente il suo grande amore e la sua verità. Con Gesù, l’unico evento necessario per la salvezza e la redenzione dell’umanità accadde in maniera tale che non dovrà ripetersi. Perciò possiamo affermare con certezza che esiste un unico rimedio specifico per i più grandi mali dell’umanità: Gesù.
I fatti storici riguardanti Gesù di Nazaret non possono essere negati da chiunque li esamini obiettivamente e a mente aperta. In particolare, non c’è motivo di dubitare che dopo la sua morte avvenne qualcosa d’incredibile, che trasformò il suo piccolo nucleo di seguaci demoralizzati in un gruppo di testimoni che nemmeno le persecuzioni dell’Impero Romano riuscirono a fermare. Erano abbattuti e scoraggiati. Il loro Signore era stato crocefisso crudelmente dai suoi nemici. Le loro speranze sembravano morte e i loro sogni infranti. Eppure, tre giorni dopo la morte di Gesù, la loro fede si riaccese in modo così esplosivo che nessuna forza su questa terra fu in grado di spegnerla.
Il Nuovo Testamento ci dice che Gesù apparve personalmente a oltre cinquecento testimoni oculari dopo la sua risurrezione (Vedi 1 Corinzi 15:6). Il potente messaggio che i suoi primi discepoli proclamarono coraggiosamente in tutto il mondo fu: «Dio lo risuscitò dai morti» (Atti 13:30).
Quel piccolo umile gruppo dei suoi discepoli originali portò al mondo intero la buona notizia che non solo Dio aveva mandato suo Figlio nel mondo per insegnarci la sua verità e mostrarci il suo amore, ma che Gesù aveva sofferto la morte per noi ed era risorto. Ora, noi che lo conosciamo e crediamo in Lui non dobbiamo mai più temere la morte, perché siamo salvi e andremo in Cielo, grazie a Gesù!