Stavo ascoltando un podcast quando questa citazione ha attirato la mia attenzione: «Il dolore è un professore itinerante. Il dolore bussa e i saggi dicono: “Entra, siediti con me. Insegnami ciò che devo sapere”».[1][Glennon Doyle]
Ero in ansia per la settimana che stava per iniziare. Non sapevo come sarei riuscita a fare tutto ciò che era scritto nella mia agenda: cose che dovevo o desideravo fare. Sono entra in fretta nella lavanderia e ho notato dei fogli sul pavimento. Mi sono chinata per raccoglierli, ma ho valutato male la distanza da un mobile e quando mi sono rialzata ho sbattuto la testa contro l’angolo del mobile.
Un’esplosione di dolore. Ho tastato la testa con una mano e l’ho sentita bagnata, poi ho visto il sangue. Ho preso dei fazzoletti di carta e del ghiaccio per curare il bernoccolo che cresceva. Potevo solo stare sdraiata, applicare il ghiaccio e cercare di capire cosa stesse succedendo. Dio stava riorganizzando il mio programma, in modo che venisse cancellato tutto tranne la cosa più importante? E se così era, qual era la cosa più importante?
Ho chiamato il chiropratico e quando ci sono andata quella mattina mi ha detto che mi ero procurata un mini colpo di frusta. Se lo avessi ignorato, ci sarebbe voluto molto tempo per guarire, ma se avessi interrotto tutto e me ne fossi presa cura, presto mi sarei sentita meglio.
Quindi, i miei piani per la settimana sono cambiati. Niente più corsi di ginnastica. Niente più passeggiate al mattino presto. Niente più commissioni. Niente più realizzazioni. Niente più preparativi. Niente più buone azioni. La mia agenda di cose che dovevo o volevo fare è stata improvvisamente cancellata. Riuscivo a malapena ad affrontare i compiti più essenziali. Dovevo soprattutto stare ferma.
A poco a poco, mi sono sentita grata di non essermi fatta male in modo peggiore e nella quiete ho iniziato a imparare qualcosa. Gran parte del disagio che provavo non era dovuto al fatto di aver battuto la testa. Era il dover spiegare agli altri la mia assenza improvvisa, il non poter fare le cose che volevo o che sentivo di dover fare, o il rimproverare me stessa per la mia goffaggine.
Quando mi sono permessa di stare tranquilla e riposare, ho sentito un nuovo tipo di guarigione pervadere la mia anima. Ho capito che era proprio ciò di cui avevo bisogno. Mi ero sentita sotto pressione e non ero stata in grado di dire di no alle entrate della mia agenda che mi stavano soffocando. Mi sono resa conto che la nuova quiete che mi era stata imposta avrebbe dovuto essere la parte più importante della mia agenda fin dall’inizio.
[1] Glennon Doyle