Una volta ho letto la storia di un pescatore di perle indiano che rifiutava di lasciarsi convincere da un suo amico, missionario straniero, che poteva essere salvato semplicemente accettando Gesù come suo salvatore. Lui credeva che dovesse comportare sacrificio e un grande costo personale.
Quello che gli fece cambiare idea fu quando cercò di regalare una perla che era costata la vita a suo figlio, ma come risposta ricevette l’offerta di comprarla. Si offese che una cosa da lui considerata inestimabile fosse degradata a una semplice transazione commerciale. A quel punto il missionario poté usare la circostanza per spiegargli che, proprio come lui non poteva vendere la perla a nessun pezzo, anche Dio, tramite suo Figlio Gesù, può offrirci la salvezza solo come un dono, perché gli è costato tutto offrircela.
La storia mi ricorda quella raccontata da Gesù, di un cercatore di tesori che trovò una perla così preziosa che finì per vendere tutte le sue proprietà per poterla comprare.1 Gesù disse che era un’illustrazione di come è il Regno di Dio per chi vuole farne parte. Non intendeva dire che dovremmo pagare per averla, ma che dovremmo considerarla così preziosa da essere incomparabile.
La Pasqua è un buon momento per riflettere sul gran prezzo che Gesù dovette pagare per i nostri peccati, lasciando che lo picchiassero, frustassero, torturassero e umiliassero, prima di essere crocifisso e morire, così che i nostri peccati fossero perdonati e noi potessimo entrare nel suo regno celeste.
Anche se non potremo mai ripagare il sacrificio che Gesù fece per noi, vale la pena di riflettere su come possiamo dimostrare la nostra gratitudine amando Dio e gli altri con tutto il cuore, l’anima, la mente e la forza.2 Ciò significa essere aperti e pronti quando se ne presenta l’occasione, oltre che disposti a creare opportunità per metterlo in pratica. Possiamo tutti essere strumenti dell’amore e della pace di Dio per le persone che ne hanno bisogno.