La Bibbia ci dice che quando Dio terminò di creare i cieli e la terra «vide tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono».1 Poi incaricò l’umanità di prendersi cura della sua creazione e gestire le sue risorse, non come proprietari, ma come custodi. «L’Eterno prese l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden perché lo lavorasse e lo custodisse».2
Quando però Dio osserva la sua creazione oggi, sono piuttosto sicuro che ne è molto meno compiaciuto. La maggior parte del mondo è ancora bella e funziona come Lui voleva, ma altre parti si sono molto deteriorate. Le forze della natura l’hanno usurata, ma anche noi esseri umani abbiamo fatto la nostra parte. Molti ecosistemi si stanno rovinando, specie animali e vegetali si stanno estinguendo e le risorse si stanno esaurendo — e tutto ciò è dovuto in gran parte al fatto che l’umanità non rispetta il proprio compito di «lavorare e custodire» ciò che le era stato affidato.
La responsabilità è anche nostra e ne paghiamo le conseguenze. L’inquinamento dell’aria e dell’acqua hanno ridotto la qualità della vita per milioni di persone; il riscaldamento globale pone una minaccia seria alle popolazioni delle zone costiere più basse; il disboscamento sta creando nuovi deserti; l’abuso delle terre e delle risorse acquifere causa gravi carestie, provoca l’esodo di migliaia di persone e in alcune zone scatena guerre; grandi estensioni di mari, fiumi e laghi stanno diventando zone morte, prive di vita. Tutti questi problemi probabilmente peggioreranno con l’aumento della popolazione mondiale.
Certo, non tutta l’influenza umana sull’ambiente è dannosa e non tutti sono d’accordo sulle dimensioni dei problemi ambientali che ci troviamo di fronte e sui mezzi migliori per superarli. Rimane il fatto, comunque, che la nostra casa comune è in pericolo e che tutti abbiamo la responsabilità di salvarla. Lavorando insieme, e con l’aiuto di Dio, possiamo fare di meglio. Molto meglio.