Tutti abbiamo una nostra zona sicura: le circostanze in cui ci troviamo a nostro agio o le persone con cui abbiamo imparato a interagire facilmente e senza troppi sforzi. I confini di quella zona spesso sono decisi da vari fattori, tra i quali le esperienze passate, le paure, le aspettative culturali e ciò che riteniamo accettabile per gli altri, oltre a ciò che consideriamo un livello accettabile di impegno che non ci crei stress o ansia.

Quella zona di sicurezza è comoda e gradevole. Il problema è che, se le permettiamo di controllare le nostre decisioni, può finire per lasciare poco spazio alla crescita o allo sviluppo. Può impedirci di sperimentare tutto ciò che la vita ha da offrire e, se non continuiamo a crescere e a estendere i nostri limiti, possiamo rischiare di diventare troppo soddisfatti di noi stessi nel cuore, nella mente e nello spirito.

Il pericolo di restare all’interno della nostra zona sicura, quando invece il Signore sta cercando di allargare i nostri orizzonti, è che possiamo venire gradualmente cullati fino ad adagiarci in un’esistenza mediocre in cui non esploriamo il nostro pieno potenziale. Rischiamo di perdere la capacità di vedere quante altre cose possiamo realizzare, al punto che smettiamo di fare passi di fede in nuove direzioni.

È scomodo superare i limiti a cui ci siamo abituati, perché non sappiamo come potrebbero andare le cose; ma la soddisfazione, la gratificazione e l’emozione di trovarsi di fronte a persone, idee e opportunità nuove fanno parte di ciò che ci rende persone più profonde e fortemente motivate. Non possiamo raggiungere il nostro potenziale se non siamo disposti a spingerci oltre quelli che riteniamo i nostri limiti.

Una volta mio marito Peter mi ha raccontato di una sua visita a un centro di riabilitazione fisica dove aveva osservato un uomo che stava imparando a camminare di nuovo. L’uomo faceva solo dei passettini stentati, ma il terapista aveva deciso che era giunto il momento di fare di più. L’uomo protestò perché temeva che fosse impossibile e aveva paura di cadere. Comunque, con un terapista a entrambi i fianchi, che praticamente lo costringevano a camminare sempre più in fretta, si rese conto che poteva farcela. Probabilmente non sarebbe mai uscito dalla sua zona sicura e non avrebbe fatto quei progressi se altri non lo avessero incoraggiato e sfidato.

A volte il Signore scombussola la nostra zona sicura e introduce nella nostra vita sfide nuove che ci costringono a uscire dai limiti della situazione che a volte ci siamo autoimposti. Quando lo facciamo, anche se all’inizio potrebbe turbarci, scopriamo opportunità, rapporti e possibilità che non avevamo mai ritenuto possibili.