Ho letto l’articolo di un life coach sul mito della «vita equilibrata». Diceva che l’aspettativa di riuscire a bilanciare esattamente la giusta quantità di sonno, lavoro, gioco, esercizio fisico, istruzione, intimità, tempo di qualità con i figli e qualsiasi altra cosa succeda ogni giorno è ridicola e impossibile. Quando ho letto questa frase è stata come se si fosse accesa una luce nella mia anima e ho capito perché non avrei mai potuto raggiungere, né tanto meno mantenere, questa inafferrabile «vita equilibrata». È davvero una ricerca ridicola e impossibile!

L’equilibrio non è dividere le giornate di 24 ore con la giusta quantità di tempo per ogni categoria. L’equilibrio è molto più dinamico e premeditato: aggiungere un po’ più di questo, togliere un po’ di quello, in modo da soddisfare i bisogni ed evitare che le condizioni diventino tossiche. Ha un aspetto diverso per ogni persona, è diverso in ogni stagione della vita.

Mi sono resa conto che la saggezza per sapere cosa e quando è una qualità che mi farà sempre avere bisogno di Gesù. Non avrò mai una vita così scorrevole e organizzata da non aver bisogno della sua opinione per decidere le priorità. Non che non sia strutturata: lavoro a orari prestabiliti, non posso scegliere se pagare le bollette o no e c’è una certa gerarchia nelle mie priorità e nei punti miei non negoziabili, che sono:

  • Fede: tempo con Gesù, lasciare che la Parola di Dio guidi la mia vita.
  • Famiglia: matrimonio e figli
  • Finanze: lavoro, mantenere a galla l’attività
  • Forma fisica: sonno ed esercizio fisico, buona alimentazione
  • Amicizie: la comunità che ci circonda, la chiesa, gli amici e i vicini; l’attenzione ai bisogni della comunità.
  • Divertimento: può essere una cosa grande o piccola e dovrebbe essere presente in tutte le altre cose, ma bisognerebbe anche dedicare un po’ di tempo a questo aspetto.1[Per saperne di più, vedi What Really Works: Blending the Seven Fs for the Life You Imagine di Paul Batz e Tim Schmidt.]

Fin da quando i miei figli erano piccoli, mi sono sempre posta queste domande: quali sono le cose importanti? E cosa succede quando le facciamo per bene?

Per esempio, quando eravamo molto occupati e concentrati su un trasloco o sul nostro lavoro e i bambini non ricevevano la solita attenzione, mi chiedevo spesso: «Sono felici? Sembrano ancora sicuri e a posto?» Se la risposta era sì, sapevo che andavamo bene. Se invece era negativa, avremmo dovuto cambiare le nostre priorità.

Se io e mio marito eravamo eccezionalmente occupati e non passavamo molto tempo insieme, mi chiedevo se eravamo ancora innamorati e felici. Se la risposta era sì, allora andava bene. Se era no, dovevamo fare qualche aggiustamento.

Se riuscivo a calmare il mio spirito e la Parola di Dio parlava ancora al mio cuore, sapevo che il mio legame con Gesù era a posto. Se non ero calma e la voce dei fattori di stress era più forte della pace da Lui promessa, sapevo che dovevo cambiare le mie priorità.

Non sto cercando di scrivere un libro intero. Il punto è semplicemente che l’obiettivo non è l’equilibrio. L’obiettivo è fare la cosa giusta al momento giusto, e questo richiede un’attenzione e un senso delle priorità molto più profondi.

Gesù è un esempio straordinariamente buono di questo. Se si esaminano i Vangeli, si vedrà che non si concentrava sulle stesse cose ogni giorno. A volte si concentrava sulla predicazione e sulla guarigione delle folle. Poi si ritirava da solo a pregare. Altre volte una persona era al centro della sua attenzione. A volte faceva cose banali. A volte faceva cose fantastiche. Ovunque si trovasse, quella situazione riceveva la sua attenzione. Non svolgeva più attività contemporaneamente, con un tabulato e una lista. Soddisfaceva le necessità che gli si presentavano, si concentrava sul compito da svolgere e si affidava al Padre per ciò di cui aveva bisogno giorno per giorno.