«Non ci riesco! È troppo difficile!» ha piagnucolato Robi, con occhi pieni d’angoscia. Lo seguo da quando ha iniziato la sua istruzione scolastica a casa. Aveva passato la prima elementare, ma adesso, all’inizio della seconda, era sommerso dai compiti.
«Quante lezioni devo fare tutti i giorni? E ogni settimana? E ogni mese?» I suoi occhi erano pieni di lacrime mentre ripassavamo il programma per l’anno scolastico.
La mia collega Angela, che insegnava a bambini più grandi, ci stava ascoltando ed è intervenuta. «Lo sai che io riesco a mangiarmi un bue intero?» Robi ha sgranato gli occhi e con un certo scetticismo ha detto: «Cosa? Un bue intero? E come fai?» «Sì, tutto intero. Un boccone per volta. Il trucco è non cercare di infilarsi in bocca tutto il bue in una volta sola — non ci starebbe nemmeno sul piatto! Ne mangio un boccone, poi un altro, finché mi sono mangiata tutto il bue».
Pensando a quel bue, Robi ed io abbiamo tracciato degli obiettivi per le lezioni. Se avesse raggiunto il suo obiettivo per la settimana o il mese, si sarebbe guadagnato un piccolo premio. Il piano ha funzionato molto bene ed entro la fine dell’anno lui ha terminato tutto il programma.
Un paio di settimane fa stavo parlando con mio marito di tutte le cose che doveva fare. Le scadenze si avvicinavano, i progetti si accumulavano e altre persone gli stavano chiedendo di fare più di quanto lui si ritenesse in grado di fare. Stavo cercando di pensare a qualche modo per risolvere la situazione, quando è entrata Angela.
Ha detto a mio marito di togliere il bue dal piatto. «Puoi mettertene davanti una fetta, ma non puoi ficcarcelo tutto. Non sottoporti a un carico più grande di quello che puoi gestire. Vedrai che in poco tempo ti sarai mangiato tutto il bue».
Le sue parole piene di buon senso hanno chiarito le cose anche a me. Quante volte ho cercato di fare troppe cose e ho finito per essere sommersa da tutte le incombenze? A volte la mia giornata inizia sotto una cappa pesante e mi sembra di non riuscire nemmeno a intaccare la lista di quel che devo fare. Così cerco di ricordare a me stessa: «Un boccone alla volta. È così che si mangia un bue».