Come cristiani, siamo chiamati a mettere in azione la nostra fede e cercare di raggiungere le persone turbate e afflitte, gli svantaggiati, gli oppressi e i bisognosi. Gesù venne per servire e noi dobbiamo fare la stessa cosa. Servire le persone bisognose è un bel modo di esprimere la nostra fede. Gli svantaggiati, i bisognosi e gli affamati, devono sapere che c’è chi li ama e si preoccupa per loro, chi ne apprezza il valore. Dio li apprezza, e noi, in quanto cristiani, noi dovremmo fare lo stesso.
Aiutare negli orfanotrofi, visitare i malati, assistere i carcerati, scavare pozzi, insegnare agli svantaggiati, partecipare a campagne mediche, prendere posizione per gli oppressi e tante altre attività, sono tutte maniere preziose di contribuire a fare del mondo un posto migliore e di portare lo Spirito di Gesù nella vita dei bisognosi.
Sant’Agostino una volta disse: «Com’è fatto l’amore? Ha mani per aiutare gli altri. Ha piedi per affrettarsi verso i poveri e i bisognosi. Ha occhi per vedere la miseria e la penuria. Ha orecchie per sentire i sospiri e i lamenti degli uomini. Ecco com’è fatto l’amore».
Vivere la nostra fede e seguire le orme di Gesù significa mettere in pratica la fede e preoccuparsi per gli altri in tutti i modi possibili, facendolo come per il Signore. Aiutiamo le persone che possono essere povere, afflitte e bisognose del balsamo guaritore di Dio e di una speranza per il futuro. Aiutiamo quelle che forse sono sane e benestanti, ma sono esauste, turbate e smarrite. Siamo toccati dalle difficoltà di chi è perseguitato, ostracizzato dalla società o marginalizzato.
In qualsiasi circostanza, cerchiamo di discernere il modo migliore di essere un esempio dell’amore di Dio. Ciò fa parte dell’essere la luce del mondo e il sale della terra, quando riflettiamo la luce dell’amore e della verità divina su chi ha bisogno e dimostriamo in modo pratico l’amore di Dio (Matteo 5:14-16). Cerchiamo di diventare come Gesù, di avere a cuore le persone come fa Lui, di sentirci spinti a fare il possibile per migliorare la loro vita, sia spiritualmente che materialmente. Camminiamo come camminò Gesù. Seguiamo il Maestro.
Quello che facciamo per gli altri – il nostro servizio, le nostre preghiere, le nostre offerte – lo facciamo per Gesù. Non lo facciamo per riconoscimento, per dimostrare efficacia, per guadagno finanziario o per avanzare nella società. Tutto quello che facciamo e il tempo che dedichiamo a qualsiasi ministero, lo facciamo per rendere gloria al Signore.
Come dice <2 Corinzi 5:20, «noi siamo ambasciatori di Cristo, come se Dio si servisse di noi per parlarvi». Siamo rappresentanti di Cristo. Siamo cittadini del cielo e rappresentiamo il regno di Dio. Siamo assegnati temporaneamente alla terra per rappresentare il nostro paese, il nostro Re. È un grande onore essere un ambasciatore e abbiamo la responsabilità di comportarci di conseguenza.
Rappresentiamo il Principe della Pace e abbiamo il compito di dare il suo messaggio al mondo. E che cos’è questo messaggio? La seconda metà del versetto indica chiaramente il messaggio che dobbiamo dare: «Vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio».
Ci sono milioni, anzi, miliardi di persone che non conoscono Dio personalmente, che non hanno mai sentito parlare di Gesù e non hanno alcuna conoscenza del dono della salvezza e del tesoro della vita eterna che le attende se solo accettassero Gesù come Salvatore. Abbiamo il privilegio di diffondere quella buona notizia, di far conoscere Gesù alla gente e di portare più persone possibile in cielo con noi.
Possa ognuno di noi essere un ambasciatore di Cristo attivo e degno. Rappresentiamo il regno più meraviglioso e spettacolare dell’universo: il regno di Dio. È davvero un privilegio servire Dio come suo ambasciatore; possiamo e dobbiamo trasmettere l’amore, l’attenzione e la compassione di Gesù in tutto quello che facciamo, piccolo o grande che sia. «Assumendo la condizione di servo», Gesù diede il miglior esempio di servizio che il mondo potrà mai vedere (Filippesi 2:7
Il nostro amore per Gesù ci spinge a servire gli altri a suo nome. Ci sprona a essere suoi ambasciatori in qualsiasi situazione ci troviamo. Ci costringe a farci usare da Lui per assistere le persone che hanno bisogno; ci spinge a dare speranza e guarigione a chi ha il cuore rotto. <
Possiamo essere le sue mani per aiutare e toccare, la sua bocca per parlare della verità e dare incoraggiamento e speranza, i suoi occhi per comunicare compassione, i suoi piedi per camminare al fianco di un’anima stanca e le sue braccia per aiutarla a portare il suo carico pesante. Lo facciamo per Lui, come se lo facessimo a Lui, perché cerchiamo di fare ciò che farebbe Lui, se fosse qui. Nei Vangeli abbiamo l’esempio della vita di Gesù sulla terra, a dimostrazione di quanto ci amava. Conosciamo dalla Bibbia il modo compassionevole in cui si comportava con chi viveva ai suoi giorni.
Gesù ci ha affidato la responsabilità di trasmettere al nostro prossimo il suo amore personale, incondizionato e totale, di mostrarlo a tutti quelli che condividono con noi questo pianeta oggi. Cerchiamo di essere come Gesù, di amare come Gesù. Apriamo il nostro cuore agli altri per conto di Gesù. Cerchiamo di essere dei canali liberi perché Dio possa guarire e salvare questo mondo bisognoso e infranto.