(Una ri-narrazione di Luca 10,38–42)
Era quasi la fine del campionato. La mia squadra preferita era in testa di qualche punto e quel pomeriggio si giocava una partita decisiva. Ero occupata. Ho sempre da fare, ma quel giorno lei aveva invitato a pranzo degli ospiti, così occupata aveva un significato più intenso.
Lei aveva molti amici. Non è strano come la tua sorella minore sembra sempre avere più amici di te? Non sempre mi piacevano, ma naturalmente uno vuole sempre fare buona impressione. E fare buona impressione richiede molto lavoro.
L’insalata era già pronta — veniva da un pacchetto preconfezionato, ma dubitavo che l’avrebbero notato. Comunque la carne era ancora congelata, i fornelli erano un disastro, le patate ancora in attesa sul piano di lavoro e qualcuno s’era dimenticato di ripulire dopo la colazione.
Procediamo con ordine. Ho bofonchiato una benedizione su chiunque abbia inventato il forno a microonde, mi sono messa il mio grembiule rosa preferito e ho rovistato nei cassetti alla ricerca del pelapatate. La giornata era cominciata con una fila di sconfitte per me e speravo che la partita mi avrebbe tirato su. Non me la sarei persa per niente al mondo! Qualcuno ha detto che al massimo dovrei seguire la pallavolo femminile o i programmi di cucina, ma io sono sempre stata un maschiaccio.
In qualche momento tra lo stappare il lavandino e cercare la scopa, l’ho sentita entrare in casa tranquillamente e sistemarsi in soggiorno con il suo amico. Sapevo che avrei dovuto stare con loro, socializzare e fare un po’ di conversazione, ma ero troppo occupata. E se conoscevo mia sorella, poteva benissimo ascoltare per tutte e due. Non che sia pigra, non proprio; ma ogni volta che arriva lui, le viene un attacco di non-far-niente e molla tutto per stargli vicino.
Io no, però! Almeno io ho il buon senso di non lasciare la casa in disordine per chiacchierare con un uomo. Per di più, qualsiasi uomo degno di me dovrebbe apprezzare una ragazza che tiene la casa in ordine.
L’insalatiera mi è scivolata di mano! E adesso cosa faccio? Si può servire gli ospiti usando contenitori di plastica? Il vetro scricchiola sotto le mie scarpe e non riesco ancora a trovare la scopa! Mi sono abbassata per raccogliere i frammenti più grossi e ne ho sfiorato uno con un dito. Mi è uscito del sangue che ha sporcato il polso e la manica. Dal soggiorno mi è arrivata la risata cristallina di Maria — senz’altro si stava divertendo con il suo amico.
L’asciugapiatti era sporco e bagnato; l’ho afferrato per ripulirmi il braccio e un paio di patate sono cadute per terra. L’acqua è traboccata dal lavandino sul piano di lavoro e sul pavimento. Il mondo si è messo a girare. Perché va tutto storto?
«Marta».
Cosa vogliono da me? Sono corsa in soggiorno.
«Maestro!» ho detto. «Non t’importa che mia sorella mi abbia piantato da sola a preparare le cose per te?» Ho agitato un braccio verso di lei. «Non potresti dirle di aiutarmi un po’?»
Si è alzato e mi ha toccato il polso. «Marta, ti stai agitando troppo. So che hai un sacco di cose in testa, ma quella più importante adesso non è prendersi cura di me. È più importante ascoltarmi – proprio quello che ha scelto di fare tua sorella. Non ti aspetti che glielo rifiuti, vero?»
Ho scosso la testa, fissando il pavimento. «No…» — e ho deglutito. «Immagino di no».
Il sangue era sparito. Il taglio si era miracolosamente richiuso.
«Siediti con noi», ha detto. «Ascolta quello che ho da dire». Un sorriso gli ha illuminato occhi. «Per favore?»
Da un momento all’altro nostro fratello sarebbe tornato a casa dall’Ospedale di San Lazzaro dove stava facendo la sua terapia e la cucina era ancora un disastro. Ma la cosa più importante…
Mi sono seduta sul divano con mia sorella e il suo amico. Ho ascoltato quello che aveva da dire.
Non mi sono accorta che il microonde ha cominciato a fare bip. Mi sono dimenticata della partita che stava per cominciare.
Ero occupata.
* * *
Per i Cristiani, il paradiso è dove si trova Gesù. Non c’è bisogno di speculare su come sarà. Ci basta sapere che saremo per sempre con Lui. Quando amiamo qualcuno con tutto il cuore, la vita comincia quando siamo con quella persona; solo in sua compagnia ci sentiamo veramente vivi. La stessa cosa succede con Cristo. In questo mondo il nostro contatto con Lui è indistinto, perché possiamo vedere solo in maniera confusa, come attraverso uno specchio. È una cosa angosciosa, perché siamo creature misere e non possiamo vivere sempre a quelle altitudini. La miglior definizione di paradiso, però, è che è lo stato in cui saremo sempre con Gesù e niente ci separerà più da Lui. —William Barclay (1907–1978)