Molti anni fa, la nostra piccola famiglia stava viaggiando a bordo di una nave mercantile, diretta verso il nostro nuovo campo missionario in Sud America. Per colpa dei ritardi nello stivaggio del carico, ci trovammo a partire quando era già pieno inverno nel Mediterraneo, la stessa epoca dell’anno in cui l’apostolo Paolo fece naufragio vicino alle coste maltesi.[Vedi Atti 27–28.] Ci scherzammo sopra e pregammo di non dover subire lo stesso destino.
Bene, due soli giorni dopo l’uscita dal porto, fummo sorpresi da una tempesta. Anche se la nostra nave era a pieno carico e pescava molto, il mare la faceva rollare violentemente. I bambini si divertivano enormemente, ma noi facevamo fatica a mantenere il controllo, compreso quello sul nostro stomaco. Perfino i membri dell’equipaggio soffrivano il mal di mare.
La radio diceva che un paio di altre navi erano in difficoltà. Non potevo far nulla materialmente per cambiare la situazione, ma potevo pregare, e lo feci, come non avevo mai fatto prima!
Vai sul ponte. Riconobbi immediatamente la voce di Gesù nella mia mente. Anche il capitano sta pregando. Prega con lui e incoraggia la sua fede.
Quando mi rialzai e feci i primi passi vacillanti, non sapevo come sarei arrivata fino al ponte di comando. Il capitano era da solo e, sì, stava pregando. Pregammo insieme finché arrivammo sotto le coste siciliane, dove trovammo riparo dalla tempesta. La nave e il suo carico avevano subito alcuni danni, ma nessuno si era fatto male.
Mi sono ricordata le lezioni di quest’esperienza durante alcune recenti difficoltà: Sali sul ponte, sembravano dire, e aggrappati alla mano del Capitano. È Gesù che ci pilota e insieme ci troveremo presto in acque più sicure.
Fa parte della natura umana rifiutare le difficoltà, nascondersi e sperare che spariscano; ma per i trionfatori non è così. Non subire le tempeste della vita senza reagire. A volte le battaglie della vita sembrano insuperabili, ma la vittoria è a portata di mano e vale la pena di lottare per raggiungerla.