Avete mai sentito parlare di quel giovanotto di nome Kyle MacDonald che ha barattato una graffetta con un oggetto dopo l’altro, fino a diventare proprietario di una casa? Quel che più sorprende è che gli ci sono voluti solo quattordici scambi per raggiungere il suo obiettivo un anno dopo aver iniziato. Ecco il suo percorso: da una graffetta a una penna, a una maniglia per la porta, una stufa, un generatore, un bariletto di birra, una slitta a motore, un viaggio in Canada, un furgoncino, un contratto di registrazione, l’affitto di un anno in un appartamento a Phoenix, Arizona, un pomeriggio con Alice Cooper, una sfera di vetro con la neve, una parte in un film, una casa a Kipling, in Canada.

Kyle ha detto: «Mi sono imbarcato in questa avventura e quella graffetta ha tenuto tutto insieme simbolicamente. È stato facile da ricordare». Gesù ha usato spesso queste lezioni pratiche per dirci che il regno di Dio è come una perla, una porta, un seme, il pane, l’acqua, un tesoro, un albero fruttifero, una vigna – tanto per citarne alcune. Come Kyle ha usato il fermaglio per focalizzare la sua idea, anch’io ho pensato di usare la sua storia applicando alcuni dei suoi concetti alla nostra vita di fede.

Kyle si era ispirato a un gioco di baratto che faceva da ragazzo e che chiamavano «migliore e più grande». Si era chiesto se sarebbe stato possibile prendere spunto da questo gioco e adattarlo alla vita vera. Invece di giocare con delle pedine, avrebbe barattato oggetti reali fino a diventare proprietario di una casa. Molte delle grandi scoperte e innovazioni della storia furono frutto di collegamenti, del passare da un’idea all’altra. Spesso questo comporta collegare l’immaginario al reale – bisogna concepire l’idea prima di cominciare a realizzarla.

Che cosa ha sostenuto Kyle in quell’anno in cui è passato da un fermaglio a una casa? Una cosa è stato il divertimento. Ha spiegato che in questo percorso per ottenere quello che voleva si è sentito elettrizzato; ne ha goduto ogni minuto. Goderci quello che facciamo e vederlo come un passo verso un obiettivo più grande ci aiuta molto a trasformare la visione in realtà.

Kyle ha notato una graffetta rossa sulla sua scrivania e ha pensato di iniziare la sua avventura con quella. Dobbiamo cominciare con il poco che abbiamo prima di poter arrivare dove vogliamo. Kyle si è chiesto: Quanto vale questa graffetta rossa? Dovremmo farci la stessa domanda: Che possibilità ha questa idea? A che cosa può portare? Che passi posso intraprendere per arrivare più vicino a quell’obiettivo?

Gesù ci ha incoraggiato ad avere una fede pazza quando ha detto che se ne abbiamo anche solo un po’ – anche solo piccola come un seme – possiamo spostare ostacoli grandi come montagne. La stessa cosa avvenne a Mosè quando Dio gli disse di dare un’altra occhiata a quello che aveva in mano, che poi era soltanto un bastone che però utilizzò per spartire il Mar Rosso e liberare il suo popolo dalla schiavitù.

La storia della graffetta rossa ha molto a che fare con il mettere in pratica le idee. È facile ignorare un’idea quando ci viene in mente, scartarla come insignificante; ma quando troviamo il tempo di metterla in pratica e scopriamo cosa dobbiamo fare, non dobbiamo arrenderci mentre la sviluppiamo. È essenziale seguire rigorosamente il piano fino alla fine.

Quando abbiamo un’ispirazione, potrebbe essere Dio che ci dice di seguire una certa direzione. Come Kyle riconobbe quel momento d’illuminazione come un’idea degna d’essere seguita, anche noi possiamo fare la stessa cosa. Quando siamo colpiti da un’ispirazione, dobbiamo imbottigliare quel lampo di genio per un suo futuro uso.

Kyle ha scoperto ben presto che non si trattava solo di scambiare degli oggetti; stava aiutando le persone a realizzare i loro desideri. Stava dando agli altri qualcosa da cui potevano trarre un vantaggio. Collegava persone che non avevano più bisogno di una cosa con altre che invece ce l’avevano.

Nei rapporti con gli altri dovremmo guardare oltre l’apparenza esteriore, per scoprire ciò di cui hanno veramente bisogno. Realizzare quello che ti sei proposto non vuol dire solo acquisire ricchezza e oggetti; si tratta più di sviluppare rapporti cordiali con le persone che incontri sul cammino.

Verso la fine dei suoi baratti, Kyle ha ottenuto un anno di affitto di una casa. Alcune persone gli hanno detto che poteva fermarsi lì, visto che ormai la casa l’aveva, ma lui non era completamente soddisfatto perché non era sua, non era quello che si era proposto. Se non siamo soddisfatti di una seconda scelta, concediamo a Dio l’opportunità di darci quello che ci ha promesso.

La storia di Kyle è un buon esempio del vedere le possibilità che gli altri ignorano. Mi fa chiedere quali opportunità mi sono perso a causa della mia mancanza di fede o di visione, su quali acque avrei potuto camminare, quali monti avrei potuto spostare, quali fiumi avrei potuto attraversare, se avessi avuto più fede. Certamente ascoltare storie come quella di Kyle ci offre un precedente e un esempio di come l’impossibile è a portata di mano.

Avere fede in un’idea che poi si realizza ispira anche gli altri. Kyle ha sottolineato: «In tutto il mondo ci sono persone che dicono di avere una graffetta sopra il computer, o sulla scrivania, o attaccata alla camicia, a dimostrare che tutto è possibile – e penso che in un certo senso è vero». Ha raccontato che il percorso si è rivelato più eccitante dell’obbiettivo finale. «Questa non è la fine. Potrebbe essere la fine di questa parte della storia, ma la storia continua», ha detto. Ora ispira altri come conferenziere motivazionale e ha parlato a oltre cinquantamila persone in quattro continenti.