Nel mio primo anno all’università, fui scelto come allenatore della squadra di football americano della mia confraternita. La mia prima, importantissima decisione fu la scelta del nostro “quarterback”, il giocatore che decide le azioni e organizza l’offensiva. Volevo un quarterback che ascoltasse i miei consigli e fosse rispettato dagli altri giocatori; ovviamente doveva anche essere capace di passare la palla, correre ed essere un buon atleta.

La mia confraternita mi metteva addosso un po’ di pressione. La maggior parte pensava che il posto spettasse a Levy. Era un atleta pieno di talento, molto agile, veloce e con più forza nelle braccia. Oltretutto era uno studente dell’ultimo anno e molti pensavano che ciò gli desse la precedenza su altri candidati. Un’altra possibilità era O’Neil, studente del primo anno ma ottimo atleta, alto, robusto, anche lui con un braccio forte. Tuttavia avevano entrambi la lingua lunga e la tendenza a offendere gli altri, mentre noi avevamo bisogno di qualcuno che desse unità alla squadra.

Finii per scegliere Terry, un ragazzo tranquillo che era anche lui un buon atleta, ma privo dei talenti più ovvi che avevano Levy e O’Neil. Dal mio punto di vista, la decisione non era tanto difficile, ma i sostenitori degli altri giocatori sollevarono diverse critiche.

Alla fine, però, il nostro campionato fu fantastico. Nei due anni in cui restammo imbattuti, usai Levy come mediano che correva con la palla e O’Neill come estremo di difesa. Entrambi ebbero le opportunità di impiegare bene le loro caratteristiche e molti dei nostri giocatori furono scelti per la prima squadra del campionato tra confraternite.

Ciò che imparai dalla mia esperienza di allenatore fu che le personalità appariscenti e chiassose non sono necessariamente le migliori per guidare una squadra. Anche un giocatore più tranquillo, come Terry, in collaborazione con il suo allenatore, poteva fare un lavoro eccellente e promuovere unità e lavoro di squadra, che sono esattamente ciò di cui c’è bisogno per vincere.

[divider icon=”ellipsis-horizontal” style=”none”]

Il lavoro di squadra è il carburante che permette alla gente comune di ottenere risultati straordinari. —Andrew Carnegie (1835–1919), industriale americano

Il talento vince le partite, ma il lavoro di squadra e l’intelligenza vincono i campionati. —Michael Jordan (n. 1963), considerato il miglior giocatore di pallacanestro di tutti i tempi

Nessun membro di un equipaggio di canottieri è elogiato per la sua vigorosa remata individuale. —Ralph Waldo Emerson (1803–1882), poeta americano