Nell’inverno di alcuni anni fa, stavo viaggiando con un gruppo di amici su una strada di montagna nel sud degli Stati Uniti. Era un venerdì sera, il sole era appena tramontato e ci stavamo dirigendo verso una località sciistica distante alcune ore. Eravamo quasi arrivati, quando qualcuno si fermò di fianco a noi a uno stop e fece cenno al conducente di abbassare il finestrino.

«Sembra proprio che uno dei vostri pneumatici posteriori stia perdendo aria», disse. «Se volete, posso dargli un’occhiata».

Parcheggiammo sotto a un faretto vicino a un negozio un po’ più avanti e scendemmo tutti, ben coperti con giacconi e berretti.

«Mi chiamo Jim», disse l’uomo. Strinse la mano a tutti, poi si accovacciò vicino alla ruota. «Si sta decisamente sgonfiando. Vedi quello?» e indicò un chiodo nella gomma.

Ci chiese dov’era la ruota di scorta, poi, dopo un’occhiata poco convinta al nostro cric, prese quello del suo pick-up e cominciò a dirigere le operazioni. Eravamo tutti disposti ad aiutare, ma nessuno di noi sapeva veramente cosa fare.

«State andando a sciare?», chiese, accennando al nostro portapacchi. Gli dissi che era la prima volta che andavo a fare snow-boarding.

«Ahi ahi! Non nevica da lunedì. Sarà tutto ghiacciato. Vuoi davvero farlo?», chiese in tono scherzoso. Io feci una risatina, un po’ incerto.

Jim fu veloce e la ruota di scorta fu installata in poco tempo.

«Benissimo. Dio vi benedica tutti. Adesso andate a divertirvi – ed io pregherò che la neve sia proprio come la volete» — e guardandomi alzò le sopracciglia.

Mentre ci allontanavamo, notai un adesivo sul retro del suo camioncino. Diceva: «Cristo è il Signore».

Jim non aveva fatto una predica, ma aveva lasciato che il suo Salvatore risplendesse attraverso di lui. Non aveva parlato della sua fede, ma ne aveva dato un esempio più che convincente. E mi ricordo ancora di quel suo esempio di Cristianesimo, nel fermarsi ad aiutare un gruppetto di estranei piuttosto inetti, in una sera buia, in mezzo al gelo delle montagne.