Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. —Giovanni 3,16

Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel suo Figlio. —1 Giovanni 5,1

La storia del Natale ci ricorda ancora una volta che non fu un’idea umana che il Figlio di Dio dovesse nascere in una stalla. Così, la prima cosa che impariamo dalla nascita di Gesù è che non sempre incontriamo il Signore dove ci aspettiamo di trovarlo. —James F. Colaianni (n. 1922)

Noi cerchiamo la gloria della vita di Gesù nei suoi anni da adulto. Fu allora che operò grandi miracoli, rivelando la sua potenza divina. Fu allora che proferì parole meravigliose che hanno toccato il mondo con la loro influenza e le loro benedizioni. Fu allora che andò attorno facendo del bene, mostrando l’amore divino durante tutta la sua vita comune e poi sulla croce. Non cerchiamo rivelazioni soprannaturali nell’infanzia di Gesù. Stiamo ben attenti a dire che Gesù non operò miracoli e non manifestò alcun aspetto della divinità finché non ricevette l’unzione dello Spirito Santo.

Tuttavia, in nessuna parte della vita di Gesù Cristo troviamo tanta gloria come nella sua nascita. Niente dimostrò più amore per il mondo della sua condiscendenza a nascere tra noi. Dobbiamo di certo dire che al cuore del Vangelo c’è la croce, ma il primo gesto di redenzione fu l’Incarnazione, quando il Figlio di Dio si svuotò dei suoi attributi divini e s’immerse nella vita umana con tutta la debolezza e l’impotenza dell’infanzia. Nella sua rivelazione d’amore e di grazia, la culla di Gesù è altrettanto meravigliosa della sua croce. —J. R. Miller (1840–1912)[Bethlehem to Olivet (Hodder and Stoughton, 1905.]

Ricordiamoci che il cuore del Natale è un cuore generoso, un cuore aperto che pensa prima agli altri. La nascita del bambino Gesù è l’evento più importante della storia, perché ha significato, per un mondo malato, il dono della medicina guaritrice dell’amore, che ha trasformato cuori d’ogni tipo per quasi duemila anni. —George Matthew Adams (1878–1962)

Fu creato da una madre che Lui aveva creato. Fu portato da mani che Lui aveva formato. Pianse in una mangiatoia come un bimbo privo di parola. Proprio Lui, la Parola, senza la quale tutta l’eloquenza umana è muta. —Sant’Agostino (354-430)