Tutti abbiamo innumerevoli opportunità e possibilità di fare progressi nella fede, nei rapporti, nel lavoro, nella vita interiore e così via. Naturalmente, fare progressi in qualsiasi campo richiede alcuni elementi di determinazione, disciplina, sforzo, sacrificio e lavoro sodo, ma i risultati ne valgono la pena.

Credo che gioia, soddisfazione e felicità dipendano intrinsecamente da una forte connessione con Dio. Ciò non significa che non pensiamo ad altro che a Dio, che siamo in ginocchio a pregare a tutte le ore, o che guardiamo così in alto da non vedere dove mettiamo i piedi. Dio ha affidato a ognuno di noi delle responsabilità che vanno curate. Dobbiamo prenderci cura di noi stessi, della nostra famiglia e dei nostri cari, e dobbiamo rispettare le responsabilità del nostro lavoro o della nostra chiamata, tutte cose che comportano migliaia di particolari ogni giorno.

Avere una vita strettamente connessa a Dio vuol dire avere un rapporto con Lui. Vuol dire invitarlo a intervenire nei dettagli quotidiani della nostra vita, delle nostre responsabilità, della nostra famiglia e dei rapporti con gli amici e i colleghi. Vuol dire permettergli di essere una parte integrale della nostra vita.

È in questo rapporto interattivo con Dio che troviamo gioia, soddisfazione e felicità. Quando viviamo in accordo con Lui, ci lasciamo usare per i suoi scopi e quindi possiamo ricevere le sue benedizioni.

Purtroppo, però, il nostro rapporto con il Signore spesso viaggia con il “pilota automatico”: viviamo la nostra vita mentre Lui sembra solo aleggiare sullo sfondo. È lì, e quando sentiamo di avere bisogno di Lui gli chiediamo di aiutarci o guidarci. Ma quello non è il tipo di rapporto che gli consente di avere il ruolo che desidera nella nostra vita. Lui non è un “galoppino cosmico” a nostra completa disposizione per risolvere i nostri pasticci o far materializzare i nostri desideri. Vuole, e merita, di essere un collaboratore attivo nelle questioni della nostra vita; e più collaboriamo con Lui, più vantaggi ne traiamo.

Un elemento essenziale di questa collaborazione è l’essere disponibili a Lui e per Lui. A Lui nel senso di essere sensibili a quando vuole comunicare con noi e disposti ad ascoltare quello che vuole dirci. Per Lui nel senso di essere a sua disposizione come agenti del suo proposito nella vita degli altri, facendo da tramite per la sua comunicazione con chi non ha ancora un rapporto con Lui.

Renderci disponibili a Dio richiede intenzionalità da parte nostra. Decidiamo consapevolmente di metterci in sintonia con Dio, di dargli l’opportunità di comunicare con noi dedicandogli il nostro tempo, cercando un posto tranquillo e creando il silenzio dentro di noi, in modo da metterci nello stato d’animo giusto per ascoltarlo. Ci apriamo spiritualmente per ascoltare quello che vuole dirci o mostrarci. Ci rendiamo anche disponibili in senso pratico, scegliendo di farci usare dal suo Spirito come suoi rappresentanti. È attraverso la nostra vita, il nostro amore, il nostro esempio, le nostre parole e la nostra testimonianza, che possiamo presentarlo agli altri e introdurli nell’orbita del suo amore.

La nostra disponibilità spirituale e pratica conferma a Dio che è un partner completo della nostra vita, che vogliamo il suo coinvolgimento in tutto ciò che facciamo. È un invito aperto al suo Spirito Santo perché non solo viva in noi, ma s’impegni attivamente nei nostri pensieri e nelle nostre azioni. Ovviamente un simile invito ha delle ripercussioni. Quando lo Spirito di Dio si collega a una persona che si è resa disponibile, si muove nella sua vita. Avvengono cose, si aprono opportunità.

Quando ci siamo resi veramente disponibili a Lui, siamo aperti a ricevere la sua guida e le sue indicazioni. Quando siamo disponibili per Lui, seguiamo le sue indicazioni mentre ci guida, secondo il suo proposito, là dove può usare i nostri talenti per renderci una benedizione per gli altri — che si tratti della nostra famiglia, delle persone con cui lavoriamo o di perfetti estranei. Anche se essere disponibili e accettare la sua guida potrebbe non darci i risultati immediati che speriamo, ci mette senz’altro in grado di realizzare il suo proposito.

Renderci disponibili a e per Dio è una manifestazione del suo controllo nella nostra vita. È l’applicazione di ciò che Gesù indicò quando ci disse di pregare: “Venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra”. 1 La nostra disponibilità ci conforma alla volontà, al controllo e allo Spirito di Dio. È in questa conformità con il nostro Dio, Creatore e Salvatore che troviamo soddisfazione e proviamo benessere e appagamento.

  1. Matteo 6,10